La China Earthquake Networks Center (Cenc) ha rivisto l’ipotesi di terremoto causato "da esplosione". Il sisma di magnitudo 3,4 della scala Richter era stato rilevato nella stessa zona in cui il 3 settembre scorso è stato condotto un test nucleare
Non un test nucleare, ma un terremoto “naturale”. Il sisma registrato nel pomeriggio in Corea del Nord, di magnitudo 3,4 e a “profondità zero”, non è il risultato dell’ennesima provocazione di Pyongyang: la China Earthquake Networks Center (Cenc) ha rivisto l’ipotesi di terremoto causato “da esplosione”. La China Earthquake Administration, di cui Cenc è parte, ha esaminato gli infrasuoni comparandoli con quelli generati dai test nucleari precedenti di Pyongyang arrivando alla conclusione che il terremoto è stato un fenomeno naturale.
Il sisma di magnitudo 3,4 della scala Richter era stato rilevato nella stessa zona in cui il 3 settembre scorso è stato condotto un test nucleare. Il servizio meteorologico sud coreano aveva fatto sapere che si trattava probabilmente di un evento naturale, ma esperti cinesi, citati da media internazionali, avevano invece affermato che poteva trattarsi del risultato di un’esplosione perché il sisma era avvenuto questa mattina alle 10.30 (ora italiana) ad una profondità di zero chilometri, un elemento che fa pensare ad un’esplosione provocata dall’uomo.
Anche l’Organizzazione del trattato di proibizione totale dei test nucleari (Ctbto), ente autonomo dell’Onu, aveva informato di aver registrato una “insolita attività sismica” in Corea del Nord. Il segretario esecutivo della Ctbto, Lassina Zerbo, ha scritto su Twitter che il terremoto è avvenuto a “circa 50 chilometri dagli altri test” nucleari. Successivamente la Ctbto ha fatto sapere appare “improbabile siano stati causati dall’uomo”.
Update: Korean Peninsula unusual #seismic activity: LAT=41.36 LON=129.76 mb=3.5
About 50km from prior tests.#CTBT Analysts investigating.— Lassina Zerbo (@SinaZerbo) 23 settembre 2017
Il timore che si potesse trattare di una nuova provocazione era alto perché dal 3 settembre la tensione tra Pyongyang e Washington è cresciuta a dismisura tanto che tra il presidente Donald Trump e Kim Jong-un si è passati dalle minacce di attacchi agli insulti personali. “Non possiamo avere uomini folli che lanciano razzi ovunque” l’ultima dichiarazione del presidente Usa in un comizio in Alabama a favore del senatore Luther Strange, in cui con l’epiteto little rocket man (piccolo uomo dei razzi) attacca il dittatore. “E, a proposito, l’uomo razzo doveva essere stato gestito molto tempo fa e non ora, ma ho intenzione di gestirlo perché dobbiamo farlo” ha aggiunto con un riferimento a Barack Obama, ma anche all’ex segretario di Stato americano Hillary Clinton. Stesso tono anche su Twitter: “Kim Jong-un è chiaramente un pazzo a cui non dispiace affamare o uccidere la propria gente. Sarà testato come mai prima!”.
Trump aveva attaccato frontalmente Kim Jon-un anche nel suo discorso all’Onu anche se molti dei più stretti consiglieri lo avevano messo in guardia dal farlo avvertendo che un affondo diretto contro Kim Jong-un avrebbe portato inevitabilmente ad una ulteriore escalation della tensione. Secondo alcuni media americani, che citano fonti della Casa Bianca, l’espressione “uomo missile in missione suicida” e la minaccia di “distruggere totalmente” la Corea del Nord non erano due passaggi contenuti nel testo originale del discorso. Dall’altra parte Kim Jong-un ha definito Trump “un folle”, “un vecchio rimbambito”, “una canaglia e un bandito, desideroso di giocare col fuoco” e inadatto a ricoprire il ruolo di comandante in capo di un Paese.
Nel mezzo il resto del mondo, compresi Mosca e Pechino. Il piano russo-cinese prevede che Pyongyang ponga fine ai test missilistici e nucleari e gli Usa in cambio terminino le esercitazioni militari con la Sud Corea. La Cina, nei giorni scorsi, ha invitato tutte le parti a esercitare autocontrollo e ribadito l’opposizione alle sanzioni unilaterali fuori dalla schema generale delle risoluzioni delle Nazioni Unite. “Siamo tutti inquieti, di fronte ai test atomici che vediamo eseguire in Corea del Nord”, aveva osservato Angela Merkel in un comizio oggi a Heppenheim. “Ma anche qui, lo dico chiaramente: c’è solo una soluzione diplomatica, tutto il resto porta alla sciagura. La Germania e l’Europa sono pronte ad aiutare a risolvere questo conflitto“.