Italia 5 stelle, M5s smentisce l’attacco hacker alle primarie. Crimi: “Una Società terza per certificare voto? Non c’è, costa”
L'utente Rougue0 sostiene di aver votato decine di volte e ha diffuso gli screenshot con il numero di sessioni. Ma dai vertici negano che ci siano state violazioni. Il senatore grillino: "Nemmeno la Nasa è immune dagli attacchi". Coda allo stand per parlare della piattaforma di partecipazione diretta
“Non c’è stato nessun attacco hacker alle primarie del Movimento 5 stelle“. Il compito della smentita va a metà mattina all’organizzatore di Italia 5 stelle Massimo Bugani, mentre nell’arena della Fiera di Rimini si formava la coda allo stand della piattaforma Rousseau con decine di attivisti venuti per parlare di democrazia diretta e Movimento. L’utente Rouge0, lo stesso che ad agosto scorso aveva rivendicato le violazioni del sistema M5s, ha pubblicato una serie di screenshot con il numero di sessioni: sostiene di avere votato decine di volte. “Sono tentativi”, dice il senatore Vito Crimi. “Se entri nei profili delle persone non è colpa del sistema. E poi questa volta è tutto funzionato perfettamente”. Versione confermata anche dal blog di Beppe Grillo poco dopo. Il problema della sicurezza della piattaforma in realtà preoccupa il Movimento e soprattutto la Casaleggio associati da mesi. Per il voto di due giorni fa è stata inserita una doppia verifica tramite sms dell’identità proprio per arginare i problemi. Ma restano i dubbi. Ancora una volta inoltre, e salvo smentite dell’ultimo minuto, non ci sarà una Società terza a certificare il voto: “Ha un costo”, spiega Crimi, “noi non abbiamo finanziamenti e non possiamo permettercelo. Se avessimo più strumenti sarebbe diverso. Ma noi viviamo di donazioni. E soprattutto: va usata in momenti importanti e delicati”. Ovvero, dato l’esito scontato e la vittoria di Di Maio, meglio risparmiare sui fondi. Il Movimento nella sua storia ha fatto ricorso alla società terza due volte: per le Quirinarie e per il voto sul non statuto.
Secondo Crimi, l’hacker ha “fatto quello che possono fare anche i bambini”: “Mi spiego. Ha bucato il profilo di qualcuno che aveva una password banale. Quel qualcuno era iscritto al Movimento 5 stelle e lui ha cambiato il numero di cellulare per la verifica. E’ una cosa semplice e purtroppo capita per l’ingenuità di qualche utente che non ha password sicure”. Crimi però minimizza e dice che non ha avuto effetti sul voto delle primarie: “Dateci tempo e la situazione andrà a regime. Ricordiamoci che neppure la Nasa è immune da attacchi hacker. Ci stiamo organizzando e soprattutto stiamo mettendo in campo tutte le strutture possibili”. Crimi è tra i relatori del gazebo, quello stesso dove alle 15 è previsto l’ortodosso Roberto Fico. Il senatore guarda la folla e afferma: “Questa per me è una rivoluzione e come tutte le rivoluzioni ha momenti embrionali”. La questione più delicata è quella che riguarda il ruolo della Casaleggio associati nella gestione diretta della piattaforma, punto contestato dai puristi della democrazia diretta. “Arriveremo gradualmente a un cambiamento anche per questo fronte, ma ci sono fasi di passaggio necessarie”. Quindi la gestione un giorno sarà aperta a tutti gli attivisti? “Certo”, chiude. “Ma serve pazienza per non rischiare di rovinare tutto”.
Per gli attivisti M5s in coda, le primarie sono l’ultimo dei problemi. Sono venuti per sentir parlare i parlamentari incaricati di sviluppare la partecipazione online e hanno domande tecniche sugli strumenti a disposizione. Chiedono maggiore peso nelle scelte, ma soprattutto per il momento si accontentano di avere garanzie verbali della gestione della struttura. Bartolomeo, 68 anni, è informatico in pensione: “Io mi fido dei fatti. Io partecipo in rete e vedo che le mie idee sono rispettate. L’indipendenza si vede da questo. E poi ascoltate me che l’ho fatto di lavoro: c’è sempre qualcuno che deve gestire il sistema. Non si può pensare di avere solo una gestione dal basso”. Paola, 45 anni da Siena, non crede agli hacker: “E’ una cazzata. Io lo vedo come funziona: finalmente siamo chiamati tutti a partecipare”. Nemmeno la lentezza del sistema il giorno del voto delle primarie li ha scoraggiati: “C’erano molte persone tutte insieme”, commenta Lorenza. “E non dimenticate quelli degli altri partiti pagati per danneggiarci. Ma sono sicuro che le cose miglioreranno: una volta ho fatto un commento a una legge e le mie parole sono entrate nel testo finale. Vedete di cosa parliamo? Sono soddisfazioni”. Per Sergio, che viene dal Molise, serve però fare passi avanti: “Io vorrei che gli eletti fossero vincolati a seguire quello che io dico sulla piattaforma. E invece molte volte fanno finta i consultarci. Ma ce la faremo”.