Otto persone sono rimaste ferite nella detonazione. Continuano gli scontri tra l'esercito ucraino e i separatisti filorussi che di fatto governano l'autoproclamata Repubblica popolare non riconosciuta da Kiev
L’auto del ministro dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk esplosa, il politico gravemente ferito ricoverato in ospedale, e otto persone coinvolte in quello che sembra chiaramente un attentato. Non si allenta la tensione nella provincia dell’Ucraina sud-orientale, roccaforte dei separatisti filorussi, che si considera indipendente dal governo centrale. La mattina del 23 settembre un’esplosione ha colpito l’auto di Aleksandr Timofeiev, ministro delle Entrate e delle imposte del governo mai riconosciuto dall’Ucraina. “Timofeiev – fanno sapere i separatisti sul loro sito web ufficiale – è ricoverato in ospedale in gravi condizioni“. Secondo l’agenzia di stampa russa Interfax, la deflagrazione ha ferito 8 persone. Altre fonti locali riferiscono di due detonazioni. L’ufficio stampa del ministero ha confermato l’esplosione e ha spiegato che non si sa ancora dove fosse stata piazzata la “bomba“.
Dall’aprile 2014 la provincia di Donetsk si è autoproclamata indipendente dall’Ucraina. Il 7 aprile 2014 militanti filorussi hanno occupato il palazzo governativo dell’omonimo capoluogo e hanno annunciato la nascita della Repubblica popolare di Donetsk, sancita da un referendum tenutosi il mese successivo e non riconosciuto dal governo centrale. La stessa cosa successe nella provincia confinante di Lugansk e nella penisola di Crimea, autoproclamatesi anche loro indipendenti dall’Ucraina, di cui facevano parte. I territori sono tuttora teatro di scontri tra l’esercito ucraino e i separatisti che li controllano. A marzo, nella provincia di Kharkiv, a un centinaio di chilometri dal fronte con i ribelli filorussi, una serie di esplosioni aveva colpito un grande deposito di armi, rendendo necessaria l’evacuazione di 20mila persone.