Assicura che non era studiato, che far nascere il figlio proprio in contemporanea con l’investitura di Luigi Di Maio mica si poteva programmare e che lui ancora non ha deciso cosa farà da grande. Tutto vero, ma intanto è successo. Alessandro Di Battista si è presentato sul maxischermo di Italia 5 stelle nel primo pomeriggio di sabato: camicia di jeans, la voce rotta al momento giusto e un’emozione contagiosa che ha tenuto centinaia di persone incollate a quel video che non finiva più. Per i grillini le ha azzeccate tutte: ha detto che lui odia essere il rappresentante di tutti, che ci sono persone che non vuole rappresentare, che vuole essere libero e per questo non si è candidato premier, ma pure non ha intenzione di fare ticket con Di Maio. Ha vinto senza partecipare, standosene fuori dai giochi. Hanno sospirato gli attivisti, perché quello, il guerriero come lo chiama Grillo, sarebbe stato il leader che avrebbero voluto a guidarli.
Ma la piazza M5s ha imparato da Gianroberto Casaleggio che se vogliono aspirare a governare devono ingoiare i rospi e prendere le strade più dolorose. Quindi mentre commossi guardavano il messaggio di saluto del Dibba hanno sospirato in silenzio. Hanno pianto, ebbene sì è successo. Del resto lui incarna tutto quello per cui hanno scelto il Movimento: l’irruenza, la gioventù e i sogni. Lui riesce a farcela sempre: parla che sembra un attore, ma poi finisce che li convince. Alessandro Di Battista ce l’ha nel gozzo l’idea che potrebbe saltare il prossimo turno, magari per prepararsi a un altro giro come leader e questa volta davvero. Cambia idea ogni giorno e per ora ringrazia il figlio Andrea per essere arrivato nel giorno giusto (domenica) e avergli risparmiato una marea di domande.