Il pallone aerostatico pagato dei Buscemi aveva suscitato molto clamore nella città in provincia di Bari. Da quell'episodio è partito l’iter che sabato scorso ha portato allo scioglimento. Il deputato Pd Ginefra: "Ora inizia un lungo cammino per restituire a questa comunità serenità". Per il sindaco Antonio Lomoro, eletto con una coalizione di centrodestra, però, si stratta solo di un "attacco politico"
Gli elementi su “collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso degli amministratori” sono “concreti, univoci e rilevanti”. Per questo il consiglio dei ministri ha deciso lo scioglimento del consiglio comunale di Valenzano, paese alle porte di Bari dove lo scorso anno fu permesso a una mongolfiera ‘sponsorizzata’ da un clan della zona di volare durante la festa patronale di San Rocco.
L’iter dello scioglimento – È iniziato proprio dal clamore di quella vicenda l’iter che sabato scorso ha portato allo scioglimento sulla base della relazione firmata dalla Commissione d’accesso nominata dalla Prefettura di Bari e autorizzata dal ministero dell’Interno, che ha poi avanzato la proposta al consiglio dei ministri con una relazione durissima nella quale – apprende ilfattoquotidiano.it – gli elementi a supporto delle possibili infiltrazioni mafiose sono copiosi e riguarderebbero anche alcuni appalti, oltre che presunti intrecci societari.
Il sindaco: “Attacco politico” – Il sindaco Antonio Lomoro, eletto con una coalizione di centrodestra, ribatte che non c’è “alcun rapporto con i clan” e il provvedimento è “un attacco politico”. Parole che ricordano da vicino quelle con le quali il primo cittadino del paese di 19mila abitanti usò lo scorso anno per commentare il ‘caso’ della mongolfiera, sollevato dall’onorevole del Pd Dario Ginefra, che oggi commenta: “Naturalmente le mie, come quelle di tanti valenzanesi, erano ‘visioni‘. Ora inizia un lungo cammino per restituire a questa comunità, composta in assoluta maggioranza da persone oneste, la serenità e il buon governo che si merita”.
Ginefra: “Un monito: bisogna denunciare” – Il deputato dem aggiunge a ilfattoquotidiano.it: “Quanto accaduto a Valenzano dimostra che certi atteggiamenti vanno denunciati, perché si innesca un effetto domino. Dal ‘caso’ del pallone aerostatico sono scaturite diverse segnalazioni di persone che hanno trovato una sponda istituzionale alla quale denunciare – spiega Ginefra – Questo dovrebbe essere un monito per tutti affinché si valutino con meno superficialità certi gesti che solo apparentemente sono folkloristici”.
Il caso della mongolfiera – Nell’agosto 2016, infatti, durante i giorni della festa di san Rocco, si tenne il rito del volo delle mongolfiere con le quali la città omaggia il santo. Uno di questi era stato pagato dalla famiglia Buscemi, volti noti in paese e finiti spesso nelle cronache giudiziarie perché collegati al clan Stramaglia-Parisi, uno dei più potenti e temuti del Barese. Su quel pallone aerostatico volato nel cielo di Valenzano, c’era scritto “Viva san Rocco” e “Viva san Michele”.
La storia dei Buscemi – Una stranezza, quanto meno. Perché uno degli appartenenti alla famiglia, Michele, appunto, più volte coinvolto in inchieste sul traffico di droga e accusato di un omicidio, era stato ammazzato nel 2008 dopo una lite davanti a un bar. Michele Buscemi era considerato uno dei giovani più rampanti ed era nipote di Salvatore, uno dei boss della famiglia mafiosa del mandamento di Boccadifalco a Palermo, trasferitosi oltre quarant’anni fa in provincia di Bari al soggiorno obbligato.
Lo scontro del 2016 – Per Ginefra, che presentò un’interrogazione all’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano, si trattò di “una grave manifestazione” di forza da parte della famiglia per affermare la propria presenza sul territorio. E mentre anche la Diocesi di Bari prese le distanze, il sindaco rimase fermo sulla sua posizione: “Non si perde occasione per denigrare Valenzano e classificarlo come paese mafioso – disse al Fatto Quotidiano – Non vedo alcun messaggio mafioso. Per dire cosa? Non vedo cosa ci sia di grave in quanto accaduto”.
Il lavoro della commissione – Ma da quel ‘caso’, è partito l’iter che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale. La commissione d’accesso è entrata per la prima volta in Comune lo scorso 17 novembre e dopo sei mesi di ascolto dei dipendenti, raccolta di atti ufficiali e anche di denunce alla Procura e all’Anac da parte dei consiglieri di minoranza, a luglio ha inviato la sua relazione al ministro Marco Minniti. Sabato la decisione del consiglio dei ministri, accolta favorevolmente dalla commissione Antimafia. Mentre il sindaco, che già nelle scorse settimane aveva deciso di nominare un legale per tutelare l’immagine della sua giunta senza alcun provvedimento fosse ancora stato preso, ripete ancora che la mafia a Valenzano non esiste.