Secondo l'accusa originaria, nel corso dell’attività dello stabilimento si sarebbero ammalate circa 159 persone tra dipendenti e familiari dei lavoratori, novantaquattro dei quali sono poi deceduti
Tutti assolti in primo grado ed ora anche in appello. La Corte di Catanzaro, questo pomeriggio, ha confermato la sentenza emessa il 19 dicembre 2014 dai giudici del Tribunale di Paola per i 12 imputati nel processo sulla morte di alcuni lavoratori dell’ex stabilimento tessile Marlane di Praia a Mare (Cosenza). Tra loro anche Pietro Marzotto.
Gli ex responsabili e dirigenti dello stabilimento dovevano rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime e disastro ambientale. Secondo l’originaria accusa, nel corso dell’attività dello stabilimento si sarebbero ammalate circa 159 persone tra dipendenti e familiari dei lavoratori, novantaquattro dei quali sono poi deceduti. Durante il processo di appello il pg Salvatore Curcio aveva chiesto alla corte di far effettuare una nuova perizia per accertare il nesso di causalità tra le morti degli operai e l’attività produttiva cui erano addetti. Richiesta non accolta dai giudici.
Al termine del processo, dunque, sono stati assolti, oltre a Marzotto, l’ex sindaco di Praia a Mare Carlo Lomonaco, imputato in qualità di ex responsabile del reparto tintoria, Silvano Storer, ex amministratore delegato del gruppo, Jean De Jaegher, Lorenzo Bosetti, ex sindaco di Valdagno (Vicenza) e consigliere delegato e vicepresidente della Lanerossi, Vincenzo Benincasa, Salvatore Cristallino, Giuseppe Ferrari, Lamberto Priori, Ernesto Antonio Favrin, Attilio Rausse e Ivo Comegna.