Si tratta di 13 ex assessori e consiglieri regionali della Liguria (tra cui l'attuale presidente del Consiglio, Francesco Bruzzone, Lega Nord) e 3 della Regione Sardegna. Sono accusati di aver speso fondi pubblici per fini privati
L’accusa è quella di peculato: hanno speso fondi pubblici per fini privati. Per questo sono stati rinviati a giudizio 13 assessori ed ex consiglieri regionali della Liguria, in carica nella legislatura 2005-2010. Tra questi c’è anche l’attuale presidente del Consiglio regionale, Francesco Bruzzone, Lega Nord. L’accusa arriva nell’ambito di una delle inchieste sulle spese pazze in Regione Liguria.
A emettere la misura è stato il gup Nadia Magrini. Tra gli ex politici coinvolti, appartenenti a diversi schieramenti politici, ci sono Sandro Biasotti (Fi), Tirreno Bianchi (Pdci), Rosario Monteleone (Udc) e Fabio Broglia (Italia di mezzo). Il processo comincerà a gennaio dell’anno prossimo.
La stessa accusa è stata notificata a 3 consiglieri della Regione Sardegna, tutti e 3 di Forza Italia, finiti nell’inchiesta per il presunto uso illecito dei fondi destinati ai gruppi della legislatura 2004-2009. Il gup del Tribunale di Cagliari, Gabriella Muscas, ha rinviato a giudizio l’ex assessore e attuale consigliere Mariano Contu, l’ex presidente del Consiglio dal 2009 al 2014 Claudia Lombardo e l’ex consigliere ed ex senatore Fedele Sanciu. Dichiarato prescritto, invece, il presunto peculato nei confronti degli ex assessori e consiglieri Nicolò Rassu (Fi) e Sergio Milia (Udc), a cui venivano contestate spese rispettivamente per 5mila e 4mila euro.
A Lombardo viene chiesto conto di 1.500 euro di spese, mentre a Sanciu venivano contestati inizialmente 6mila euro, ma con la prescrizione di uno dei due peculati la contestazione è scesa 3mila euro. Per Contu, all’epoca capogruppo e tesoriere, si parla invece di una somma complessiva di 1,6 milioni di euro. Anche per loro il processo comincerà a gennaio 2018, anche se per allora, almeno per quanto riguarda l’ex presidente del Consiglio regionale sardo, il reato potrebbe essere già prescritto.