Le reazioni sui social alle foto dei festeggiamenti hanno fatto intervenire la polizia, che ha interrotto la cerimonia e ha mandato a casa gli invitati. La madre della 13enne: "Era solo una festa di fidanzamento e mia figlia era consenziente". L'Unicef: "Settecento milioni di ragazze date in spose in età minorile in tutto il mondo"
C’erano la torta, i fiori, i regali, i parenti riuniti in un albergone da cerimonie. La festeggiata, però, era una bambina, che stava per sposare un connazionale 27enne. Stava per, perché le immagini della cerimonia postate su Facebook hanno suscitato un’ondata di indignazione che ha costretto la polizia a intervenire e a fermare il matrimonio.
È successo a Tetouan, poco più di 400mila abitanti nel nord del Marocco, ai piedi della catena del Rif. La madre della sposa – che secondo La Stampa ha 13 anni – ha assicurato che si trattava soltanto di una festa di fidanzamento, una promessa d’amore in attesa che la figlia raggiungesse l’età consentita per sposarsi, i 18 anni previsti dal codice della Famiglia aggiornato nel 2004. Ma le foto e i video della cerimonia, che è proseguita dalle 20 alle 23 di sabato sera, 23 settembre, raccontavano di un matrimonio in piena regola. La madre ha anche detto che la bambina era consenziente e che nessuno l’ha obbligata a fare nulla. I poliziotti hanno interrotto la cerimonia e hanno rimandato a casa gli invitati, ma nessuno è stato arrestato o denunciato.
Secondo le statistiche più recenti del ministero della Giustizia marocchino, riferite al 2014, il numero di spose bambine in quell’anno ha raggiunto i 33mila casi. I dati diffusi dall’Unicef – che nel 2012 ha istituito la Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze, che si festeggia l’11 ottobre – parlano di 700 milioni di ragazze date in spose in età minorile in tutto il mondo. Oltre un terzo di queste, circa 250 milioni, ha contratto matrimonio prima di compiere 15 anni. I tassi più elevati di diffusione dei matrimoni precoci si registrano nell’Asia meridionale (46%) e nell’Africa subsahariana. Non a caso, fa notare l’Unicef, le stesse zone in cui sono più diffusi fenomeni come la mortalità materna e infantile, la malnutrizione e l’analfabetismo.
Solo pochi giorni fa il Marocco aveva rifiutato di adeguarsi alle raccomandazioni del Consiglio dei diritti dell’Onu, tra le altre cose, sui matrimoni precoci. Tra le 244 riforme che le Nazioni Unite hanno suggerito a Rabat, di cui solo 191 sono state accettate, c’era anche il fatto di porre un limite d’età per potersi sposare, ma il Marocco ha annunciato che non lo farà perché “in contrasto con i principi fondanti della nazione”. Per lo stesso motivo Rabat si è rifiutata di rendere illegittima la poligamia, di includere le donne nella successione ereditaria, di punire le violenze coniugali e di eliminare il reato di omosessualità.