Il giudice di Caltanissetta, Gigi Modica, ha convalidato il sequestro delle 6mila copie della pubblicazione dell'avvocato antimafia Arnone che ricostruisce il sistema degli alfaniani. Un provvedimento, sottolinea lo stesso legale, "drasticamente contrario all'articolo 21 della Costituzione"
Il gip di Caltanissetta Gigi Modica ha convalidato il sequestro nelle edicole di Agrigento delle 6mila copie della pubblicazione “La banda Alfano e la procura a delinquere“. Erano venti pagine formato lenzuolo, a colori e con fotografie, sulle quali l’avvocato antimafia e ambientalista Giuseppe Arnone ricostruiva un’occupazione quasi “militare” del potere esercitato senza controlli dagli alfaniani nella provincia di Agrigento. Pagine che per il sostituto procuratore di Caltanissetta, Davide Spina, hanno oltraggiato il ministro degli Esteri, e per questo aveva disposto il sequestro preventivo eseguito (solo per tre ore) il 27 agosto scorso. Ora è arrivato il provvedimento di convalida del gip, “drasticamente contrario all’articolo 21 della Costituzione che vieta tassativamente il sequestro preventivo di libri, giornali e manifesti”, denuncia Arnone.
L’avvocato lunedì si è presentato davanti al Tribunale di Caltanissetta che ha disposto il sequestro, con uno striscione di protesta che raffigura il ministro Alfano e il ministro della Giustizia Andrea Orlando. “Un giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo in tutte le edicole di una pubblicazione/dossier a carattere politico, anzi a carattere politico giudiziario”, sottolinea Arnone. L’avvocato ha chiesto l’intervento del ministro Orlando, “che dovrebbe avere il dovere di inviare immediatamente gli ispettori“.
L’avvocato Arnone, noto da tempo per il suo impegno sul fronte della lotta agli abusi nella Valle dei Templi, era rimasto in carcere e poi ai domiciliari più di due settimane nel novembre scorso. La Procura di Agrigento lo aveva accusato di estorsione e il gip aveva convalidato l’arresto. Accusa smontata prima dal Tribunale del Riesame che ne ordinò la scarcerazione e poi dalla Cassazione. Arnone da cinque anni era in conflitto aperto con alcuni magistrati della stessa Procura di Agrigento.
Nella pubblicazione di Arnone “vengono mosse pesanti accuse – anche per reati gravissimi e con l’utilizzo di espressioni di carattere estremamente forte – a un consistente numero di politici, personaggi pubblici vari e magistrati per una serie estremamente lunga di vicende”, si legge nell’ordinanza di convalida del sequestro preventivo. “Per tali motivi viene disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo della pubblicazione summenzionata – scrive il gip – essendoci fondati motivi per ritenere che la libera circolazione degli stessi, possa aggravare le conseguenze dei reati” di calunnia e di oltraggio a magistrati.