“La piattaforma Rousseau? Io sono uno dei responsabili. Noi del M5s non abbiamo la presunzione di nulla, ma oggettivamente siamo l’unico movimento al mondo che ha avviato un simile progetto. La nostra idea è di inserire questi strumenti di democrazia diretta e partecipata in Costituzione“. Sono le parole del deputato del M5s, Manlio Di Stefano, ospite di “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia” (Radio Cusano Campus). E spiega: “Davide Casaleggio ha già annunciato che proveremo a passare a un sistema di blockchain che elimina i problemi di hackeraggio. Vogliamo arrivare a una piattaforma universale che coinvolga tutti i cittadini, non solo gli iscritti al M5s. Questo sarebbe davvero l’optimum, perché così si dà a ogni cittadino, al di là della sua visione politica, la responsabilità di scegliere il meglio per il Paese. Del resto” – continua – “la nostra esperienza dal 2005 in poi dimostra che, se metti allo stesso tavolo attorno a un problema 5 persone con visioni politiche diverse l’una dall’altra, la soluzione sarà sempre comunque la migliore possibile. E questo avviene perché davanti a un problema ci si sbraccia e si ragiona sul meglio da fare. Davanti alla politica, invece, si fa politica. Punto”. Sull’elezione di Luigi Di Maio a candidato presidente del Consiglio per il M5s, puntualizza: “È ovvio e banale che il candidato premier non diventa il capo del movimento. È un ruolo temporaneo, perché, se anche si va al governo, dura 5 anni. La continuità del nostro progetto è stata sempre data, come garanzia, da Beppe Grillo e da Gianroberto Casaleggio, quando era vivo. Il movimento è fatto dai cittadini, senza distinzione alcuna”. Di Stefano si sofferma anche sulla evoluzione del movimento dal V-Day fino ai giorni nostri: “Sin dal 2007 la nostra caratteristica principale è stata quella di prendere la rabbia e trasformarla in un progetto, in proposta politica. La fortuna del nostro Paese è che questa rabbia non è convogliata in Forza Nuova o in partiti estremisti, ma in un movimento democratico come il nostro. Abbiamo fatto capire a tutti i nostri militanti che il percorso deve essere fatto di buone pratiche e di democrazia. Non parliamo di governo tecnico o politico, ma di governo competente. Sceglieremo le persone migliori, tecnici e politici, che questo Paese ha da offrire, se dovremo formare un governo”
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