Il senatore centrista e già guida della commissione Esteri a Palazzo Madama (da cui si è dimesso) è stato eletto con la maggioranza assoluta. Ma ad aprile criticò la scelta di istituire l'organo che fa "da cassa di risonanza di polemiche dentro i partiti". Vice Marino e Brunetta. Grillo: "Atto di guerra del Pd al Paese reale"
Ad aprile diceva che la commissione d’inchiesta sulle Banche è “demagogia e propaganda”, oggi annuncia che la guiderà “senza timidezza”. Il primo atto dell’organo già contestato, poi ritardato il più possibile e ora convocato a ridosso della fine della legislatura, è stato eleggere Pier Ferdinando Casini come presidente. Il senatore centrista, che ha quindi dovuto lasciare la poltrona di presidente della commissione Esteri, ha ottenuto 21 preferenze su 40 votanti. Dietro di lui Enrico Zanetti (9 voti), il grillino Carlo Martelli (5) e Bruno Tabacci (3). Le schede nulle sono state 2. I vice presidenti sono il senatore Pd Mauro Maria Marino e il capogruppo alla Camera di Fi Renato Brunetta.
“E’ un atto di guerra che il Pd e la maggioranza del Parlamento pronunciano nei confronti del Paese reale”, è l’attacco dei 5 stelle sul blog di Beppe Grillo. “Casini, il simbolo della vecchia politica legata a doppio filo con le banche è il becchino dei risparmiatori truffati”. Per i grillini significa “mettere una pietra tombale sui lavori della commissione”. E poi annunciano che chiederanno “l’audizione di Ghizzoni e di Boschi ma anche di Visco, di Draghi, di Vegas: vogliamo sentire tutti e avere delle risposte su tutti gli scandali creati. Oltre alla vicenda Ghizzoni-Boschi vogliamo indagare anche sulla vicenda Monte dei Paschi dove c’è un morto e 50 miliardi spariti e nessun colpevole”.
Nei mesi scorsi si è discusso molto proprio sulla composizione della commissione d’inchiesta. Dopo il via libera del presidente della Repubblica a luglio infatti, ci sono voluti quasi due mesi per arrivare alla prima riunione di insediamento. I nomi più contestati sono naturalmente i 16 esponenti del Partito democratico, tra fedelissimi e volti in conflitto d’interessi, che dovranno tra le prime cose affrontare il caso Etruria.
Casini diceva “è propaganda”, oggi invece: “Guiderò la commissione senza timidezza”
Solo quando era stato il momento di votare in Aula per il ddl che istituiva la commissione, il senatore aveva scelto di non esprimersi lamentando che “dall’inizio della legislatura si sono istituite commissioni d’inchiesta per quasi ogni argomento”: “E’ un cedere continuo alla demagogia e alla propaganda“, aveva detto, che “non mi trova d’accordo”. Casini aveva anche dichiarato che, a suo parere, “il più delle volte” questi organi sono istituiti “solo per interessi dei singoli o per affrontare in modo puramente scenografico quello che il legislatore dovrebbe risolvere con gli strumenti normativi a disposizione”. Il senatore poi andava oltre: “Le commissioni d’inchiesta vanno maneggiate con cura istituzionale, evitando che siano solo cassa di risonanza di polemiche tra i partiti o all’interno di essi. La Commissione sulle banche sarebbe questo. Strumentalizzare questioni tanto delicate, che riguardano i risparmi degli italiani e che sono già all’attenzione della magistratura, significa prepararsi a una campagna elettorale irresponsabile. Lasciamo le inchieste alla magistratura, senza ingerenze del Parlamento”. Oggi, a quanto pare, Casini la pensa diversamente: “Guiderò la commissione senza timidezza per indagare le responsabilità personali o istituzionali, ma chi è un cerca di palcoscenico per una lunga campagna elettorale non troverà sostegno nel presidente. Abbiamo poco tempo a disposizione”. L’onorevole ha anche detto che, visto i tempi molto limitati da qui alla fine della legislatura, sarà chiesto uno sforzo di lavoro extra: “Avremo il problema di conciliare lavoro della commissione con quello delle aule, per cui è evidente che questa commissione dovrà lavorare anche in giornate inusuali per i lavori parlamentari come il lunedì o il venerdì mattina. È un patto tra gentiluomini, o abbiamo un accordo questo oppure in tre, quattro mesi che abbiamo a disposizione faremo ben poco”.
Presidenza #CommissioneBanche
Piddini: una volta erano rossi, un’altra Verdini, ma anche questa volta lasciano i risparmiatori nei #Casini. pic.twitter.com/OJNwczQJXJ— Carla Ruocco (@carlaruocco1) September 27, 2017
Fdi: “Il presidente avrebbe dovuto essere espressione dell’opposizione”
Fratelli d’Italia invece ha scelto di astenersi. “Il presidente”, ha spiegato la presidente Giorgia Meloni, “avrebbe dovuto essere espressione dell’opposizione ma non c’è stata disponibilità della maggioranza. E’ un’altro segnale che il Pd con l’istituzione tardiva di questa commissione vuole mettere solo a tacere quello che è successo. Vuol dire che perderanno tempo senza arrivare a nulla, noi avevamo chiesto che i lavori andassero avanti oltre la scadenza della legislatura ma ci hanno votato contro. Noi continueremo a dare battaglia all’interno della commissione per fare in modo che nei pochi mesi a disposizione la commissione arrivi a qualche risultato”.