“Di Maio candidato del M5S alla presidenza del Consiglio? Era abbastanza prevedibile per diverse ragioni: era la più alta carica istituzionale che il M5S ha avuto in questa legislatura, è abituato a guidare le istituzioni, si è fatto un’esperienza e studia da candidato premier da un bel po’ di tempo”. Così a Dimartedì (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta la nomina di Di Maio a candidato M5S presidente del Consiglio. “In più quelli che avrebbero potuto insidiare la leadership di Di Maio non si sono candidati alle primarie” – continua Travaglio – “quindi lo hanno lasciato praticamente da solo. I 5 Stelle, tuttavia, sono specializzati nel farsi male da soli e quindi si sono imprigionati in regole troppo strette e troppo vincolanti che andavano bene all’inizio e che adesso dovrebbero essere più flessibili. Se hai un solo candidato di grido, non c’è motivo per fare delle primarie. Questo dovrebbero scriverlo bene nel loro statuto. E invece sono andati alla ricerca di qualche foglia di fico, con la “effe” maiuscola o minuscola, senza trovarla. Alla fine hanno fatto una figuraccia“. E puntualizza: “Si sa, comunque, che le primarie, quando i partiti le fanno, si sa già chi vince. Non è che è accaduto solo per Di Maio. Basti pensare alle primarie in cui vinsero Bersani, Prodi e Renzi. Quando la Lega ha fatto le primarie, abbiamo visto Salvini contro un certo Fava, di cui non si era mai sentito il nome fino a quel momento”. Il direttore del Fatto poi sottolinea: “Renzi è stato votato da 2 milioni di persone, perché, al contrario di quanto avvenuto per il M5S, le primarie Pd sono estese anche ai non iscritti. Il sistema del M5S è sicuramente complicato e farraginoso. In questo caso molti iscritti alla fine non hanno votato, anche perché sapevano già quale sarebbe stato il risultato finale. Quando invece fecero le Quirinarie, lì la competizione c’era e votò il doppio degli iscritti. Nel caso delle primarie Pd” – chiosa – “si rischiano inquinamenti, perché, se ad esempio c’è qualche interesse da parte di Forza Italia nel sostenere Renzi anziché Bersani, a quel punto suoi esponenti possono andare a votare e squilibrare i rapporti interni di forze. E questo è un problema. Le primarie andrebbero normate per legge e dovrebbero essere uguali per tutti i partiti“