Una dipendente di una ditta di rifiuti è stata licenziata per aver portato a casa un monopattino che era stato abbandonato fra le immondizie. “Voleva solo fare un regalo a mio figlio” ha detto Aicha Elisabethe Ounnadi, 40 anni. Invece, è stata cacciata fuori dalla Cidiu, azienda che si occupa della raccolta e della gestione dei rifiuti nella cintura ovest di Torino. Adesso sarà il tribunale a decidere se il licenziamento è legittimo, oppure no.
La donna, come racconta il quotidiano La Stampa, è stata buttata fuori dall’azienda il 30 giugno scorso, perché “si è appropriata di un bene non di sua proprietà”, ha scritto la Cidiu. Una storia che non riguarda solo lei, ma anche una sua collega “che mi ha dato il monopattino per il mio bambino” e per questo “ha avuto dieci giorni di sospensione”, racconta Aicha. La 40enne si giustifica: “Ho un marito disoccupato e due figli. Non pensavo di fare nulla di male. Quel monopattino era destinato al macero. Mi hanno detto che si tratta di furto, ma io non ho rubato nulla a nessuno. Spesso i colleghi mi consegnano alcuni regali da portare alla mia famiglia. Mai più pensavo che la vicenda avrebbe preso questa piega”. Così gli avvocati della donna, Paola Bencich e Mara Artioli, hanno impugnato il licenziamento.
La vicenda di Aicha non poteva passare in sordina. Ad alzare la voce in sua difesa è stato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, per il quale è “roba” che può accadere solo in Italia “paese con uno scarso rispetto dei lavoratori e delle loro condizioni”. Quando invece “basterebbe un po’ di buonsenso”. Il politico chiede: “Si può licenziare una donna, con famiglia a carico, per un monopattino di cui nulla si sa in azienda, se non che è stato ritrovato all’improvviso? Pare di sì”, osserva Fratoianni, e a farne le spese è Lisa. E annuncia battaglia, “in attesa che i giudici del lavoro decidano, comunque Sinistra Italiana – conclude Fratoianni – presenterà al governo un’interrogazione in Parlamento”.