La revoca era stata chiesta al termine dell’interrogatorio di garanzia dai legali di Cinque, Vincenza Scardina e Antonio Di Lorenzo. Il sindaco è indagato per falso ideologico, violazione del segreto d’ufficio e abuso d’ufficio
Stop all’obbligo di firma per il sindaco pentastellato di Bagheria. Lo ha deciso il gip di Termini Imerese revocando la misura cautelare per Patrizio Cinque, il primo cittadino della città in provincia di Palermo. La revoca era stata chiesta al termine dell’interrogatorio di garanzia dai legali di Cinque, Vincenza Scardina e Antonio Di Lorenzo. Il sindaco è indagato per falso ideologico, violazione del segreto d’ufficio e abuso d’ufficio.
Dopo la notifica dell’obbligo di firma, Cinque si era autosospeso dal M5S, ed è ancora oggi indagato insieme a 23 persone tra funzionari comunali, un vigile urbano, due imprenditori e l’ex commissario della città metropolitana.
Oggi il gip di Termini ha dunque revocato l’obbligo di firma anche per l’ex commissario della città metropolitana, Manlio Munafò, difeso dall’avvocato Marcello Montalbano, e la misura interdittiva della sospensione dal lavoro per il vigile urbano Domenico Chiappone, assistito dal legale Salvo Priola. I filoni di indagine – che come detto è ancora aperta – vanno da presunte irregolarità nella gestione dei rifiuti, alle procedure amministrative per la gestione del palazzetto dello sport di Bagheria alla vicenda relativa alla casa abusiva del cognato del sindaco. “Non è successo niente. Continuiamo a lavorare che c’è ancora tanto da fare”, commenta su facebook il primo cittadino grillino.