È un uomo di poche parole Elliott Erwitt, gli si devono alcuni degli scatti più famosi degli ultimi settanta anni, ma a sentire lui molti di questi sarebbero nati quasi per caso “ero lì, e ho scattato la foto”.
“Le foto più belle ti possono capitare in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, anche quando lavori a un servizio commerciale, ma sono piccoli miracoli che hanno poche probabilità di finire sulla pubblicazione del committente. I miracoli sono quasi sempre estranei al lavoro, benché la speranza sia sempre l’ultima a morire!”. Per questo Erwitt ha continuato a fare “le sue foto”, quelle che faceva per sé stesso e non per il committente, in bianco e nero, anche quando i colori erano ormai comuni per la fotografia. “Per i miei scatti personali non uso il colore, quello lo riservo al lavoro, ho già una vita abbastanza complicata, quindi mi limito al bianco e nero, e mi va bene così”.
La mostra Personae – allestita ai Musei di San Domenico a Forlì dal 23 settembre 2017 al 7 gennaio 2018 e inaugurata durante la Settimana del Buon Vivere – comprende circa 170 scatti, che Elliott Erwitt ha selezionato personalmente, traendoli dal suo vastissimo archivio.
Erwitt ha accettato l’invito a venire ad inaugurare la mostra a sorpresa. È molto anziano e ormai fatica a muoversi e in pochi pensavano che avrebbe attraversato l’oceano per il taglio del nastro. C’era però un altro motivo che lo ha spinto a tornare in Italia, ed era rivedere assieme a figli e nipoti la terra dove aveva passato l’infanzia. Infatti il fotografo visse in Italia da bambino, per poi fuggire in America quando Mussolini salì al potere. La famiglia Erwitt era infatti era ebrea. Si è voluto togliere una curiosità e ha chiesto di essere accompagnato a Predappio, per vedere la casa di Mussolini. Gli sembrava strano che un paese che in un paese che ha conosciuto la dittatura sia ancora possibile visitare l’abitazione del suo dittatore. Lui aveva dovuto abbandonare la sua casa quando era bambino, mentre quella di Mussolini era ancora lì, come se non se ne fosse mai andato.
Forlì è ormai un punto di riferimento per la fotografia e da diversi anni ospita gli scatti dei più importanti e famosi fotografi mondiali come Steve McCurry e Sebastião Salgado e anche la personale di Erwitt non può che lasciare impressionato il visitatore per la sua qualità.
È molto interessante notare affinità e divergenze stilistiche tra le foto in bianco e nero e quelle a colori, passando dai ritratti di Che Guevara e Fidel Castro durante la rivoluzione, le bellissime Marilyn Monroe e Sophia Loren, i presidenti John Kennedy e Richard Nixon, un giovane Arnold Schwarzenegger che sfoggia i muscoli, fino ad arrivare a ironici ritratti di sconosciuti e i suoi famosi cani antropomorfi. “Uno dei primi incarichi in cui compaiono i cani fu un servizio di moda sulle calzature femminili per il New York Sunday Magazine. Avevo deciso di fotografare le scarpe dal punto di vista canino, perché i cani vedono più scarpe di chiunque altro”. I cani negli scatti di Erwitt diventano personaggi buffi che prendono le sembianze dei loro padroni e sembrano dialogare con le persone che li circondano avendo da dire cose più intelligenti delle loro. Su tutte le persone che ritrae Erwitt posa uno sguardo acuto e al tempo stesso pieno di empatia, dal quale emerge l’ironia e la complessità del vivere quotidiano.
Con lo stesso atteggiamento, d’altra parte, Erwitt rivolge la sua attenzione a qualsiasi altro soggetto. Con il titolo Personae si allude proprio a questa sua adesione alla vita concreta degli individui e, nello stesso tempo, a un senso della maschera e del teatro, che caratterizza tutta la sua produzione. Membro della storica agenzia Magnum dal 1953 ha fotografato la storia del seconda metà del Novecento con uno sguardo a metà tra il reporter e l’artista.
La parte più curiosa della mostra è quella dedicata a André S. Solidor (il cui acronimo è, non casualmente, A.S.S.). Solidor è l’alter ego che Erwitt dedica a tutto ciò che detesta, parodiando gli eccessi della sua stessa categoria. Solidor è un fotografo eccentrico, veste in maniera assurda, ha cappelli bizzarri e baffi finti, adora fotografare donne nude ed è un patito del Photoshop. Il consiglio di Solidor ai giovani fotografi è “fotografate gente famosa e stampate le foto enormi, così diventerete famosi anche voi” e considerato chi è Solidor si fa presto a capire il messaggio.
Matteo Cavezzali
Giornalista
Cultura
Elliott Erwitt in mostra a Forlì, uno sguardo acuto e pieno di ironia sulle Personae
FRANCE. Provence. 1955.
È un uomo di poche parole Elliott Erwitt, gli si devono alcuni degli scatti più famosi degli ultimi settanta anni, ma a sentire lui molti di questi sarebbero nati quasi per caso “ero lì, e ho scattato la foto”.
“Le foto più belle ti possono capitare in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, anche quando lavori a un servizio commerciale, ma sono piccoli miracoli che hanno poche probabilità di finire sulla pubblicazione del committente. I miracoli sono quasi sempre estranei al lavoro, benché la speranza sia sempre l’ultima a morire!”. Per questo Erwitt ha continuato a fare “le sue foto”, quelle che faceva per sé stesso e non per il committente, in bianco e nero, anche quando i colori erano ormai comuni per la fotografia. “Per i miei scatti personali non uso il colore, quello lo riservo al lavoro, ho già una vita abbastanza complicata, quindi mi limito al bianco e nero, e mi va bene così”.
La mostra Personae – allestita ai Musei di San Domenico a Forlì dal 23 settembre 2017 al 7 gennaio 2018 e inaugurata durante la Settimana del Buon Vivere – comprende circa 170 scatti, che Elliott Erwitt ha selezionato personalmente, traendoli dal suo vastissimo archivio.
Erwitt ha accettato l’invito a venire ad inaugurare la mostra a sorpresa. È molto anziano e ormai fatica a muoversi e in pochi pensavano che avrebbe attraversato l’oceano per il taglio del nastro. C’era però un altro motivo che lo ha spinto a tornare in Italia, ed era rivedere assieme a figli e nipoti la terra dove aveva passato l’infanzia. Infatti il fotografo visse in Italia da bambino, per poi fuggire in America quando Mussolini salì al potere. La famiglia Erwitt era infatti era ebrea. Si è voluto togliere una curiosità e ha chiesto di essere accompagnato a Predappio, per vedere la casa di Mussolini. Gli sembrava strano che un paese che in un paese che ha conosciuto la dittatura sia ancora possibile visitare l’abitazione del suo dittatore. Lui aveva dovuto abbandonare la sua casa quando era bambino, mentre quella di Mussolini era ancora lì, come se non se ne fosse mai andato.
Forlì è ormai un punto di riferimento per la fotografia e da diversi anni ospita gli scatti dei più importanti e famosi fotografi mondiali come Steve McCurry e Sebastião Salgado e anche la personale di Erwitt non può che lasciare impressionato il visitatore per la sua qualità.
È molto interessante notare affinità e divergenze stilistiche tra le foto in bianco e nero e quelle a colori, passando dai ritratti di Che Guevara e Fidel Castro durante la rivoluzione, le bellissime Marilyn Monroe e Sophia Loren, i presidenti John Kennedy e Richard Nixon, un giovane Arnold Schwarzenegger che sfoggia i muscoli, fino ad arrivare a ironici ritratti di sconosciuti e i suoi famosi cani antropomorfi. “Uno dei primi incarichi in cui compaiono i cani fu un servizio di moda sulle calzature femminili per il New York Sunday Magazine. Avevo deciso di fotografare le scarpe dal punto di vista canino, perché i cani vedono più scarpe di chiunque altro”. I cani negli scatti di Erwitt diventano personaggi buffi che prendono le sembianze dei loro padroni e sembrano dialogare con le persone che li circondano avendo da dire cose più intelligenti delle loro. Su tutte le persone che ritrae Erwitt posa uno sguardo acuto e al tempo stesso pieno di empatia, dal quale emerge l’ironia e la complessità del vivere quotidiano.
Con lo stesso atteggiamento, d’altra parte, Erwitt rivolge la sua attenzione a qualsiasi altro soggetto. Con il titolo Personae si allude proprio a questa sua adesione alla vita concreta degli individui e, nello stesso tempo, a un senso della maschera e del teatro, che caratterizza tutta la sua produzione. Membro della storica agenzia Magnum dal 1953 ha fotografato la storia del seconda metà del Novecento con uno sguardo a metà tra il reporter e l’artista.
La parte più curiosa della mostra è quella dedicata a André S. Solidor (il cui acronimo è, non casualmente, A.S.S.). Solidor è l’alter ego che Erwitt dedica a tutto ciò che detesta, parodiando gli eccessi della sua stessa categoria. Solidor è un fotografo eccentrico, veste in maniera assurda, ha cappelli bizzarri e baffi finti, adora fotografare donne nude ed è un patito del Photoshop. Il consiglio di Solidor ai giovani fotografi è “fotografate gente famosa e stampate le foto enormi, così diventerete famosi anche voi” e considerato chi è Solidor si fa presto a capire il messaggio.
Articolo Precedente
Le consapevolezze ultime
Articolo Successivo
Pierluigi Cappello morto, addio al pluripremiato poeta friulano. Disse di sé: “Io, autore per condizione biologica”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
FQ Magazine
L’abito da sposa più sostenibile? Si fa con i vecchi corredi: tovaglie e lenzuoli diventano pezzi unici. La storia di Angela Carosone
Sopravvive 95 giorni alla deriva nell’Oceano Pacifico bevendo acqua piovana e mangiando pesce e insetti: saltato pescatore peruviano 61enne
“Voglio lanciarmi degli oggetti sui piedi e dargli un voto da 1 a 10 in base a quanto sono dolorosi”: il video virale su TikTok spiegato dalla psicologa Elisa Balbi
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.