Apertura dei siti web da una parte, notizia pubblicata in fondo alle homepage dall’altra. È un doppio destino quello delle notizie giudiziarie su Giuseppe Sala e Virginia Raggi. Oggi per la sindaca di Roma è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio. I pm della Capitale vorrebbero processarla con l’accusa di falso nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto “pacchetto nomine”. Nel dettaglio il falso contestato è legato alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, alla direzione Turismo del Campidoglio. I magistrati romani, invece, hanno sollecitato l’archiviazione per il reato di abuso d’ufficio che invece riguardava la promozione di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica. La richiesta di processare la sindaca del M5s, peraltro anticipata più volte nelle scorse settimana, occupa saldamente il primo piano dei due principali quotidiano nazionali, e cioè Corriere.it e Repubblica.it.
Diverso l’atteggiamento della stampa quando in una situazione simile si è trovato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Il 19 settembre scorso la procura generale del capoluogo lombardo ha chiesto di processare il primo cittadino del Pd per falso ideologico e materiale. Sala, infatti, è indagato nell’inchiesta sull’appalto della Piastra dei servizi di Expo 2015, società di cui era amministratore delegato. La richiesta di rinvio a giudizio, invece, non comprende l’accusa di turbativa d’asta, che compariva nell’avviso di chiusura indagini: contestazione che è stata stralciata e va dunque probabilmente verso l’archiviazione. Eppure in quel caso Corriere.it che Repubblica.it pubblicano la relativa notizia in fondo alla loro homepage, sotto i box dedicati alla musica e alla cultura, e perfino con meno rilevanza rispetto a quella dedicata all’articolo sui 70 anni di Stephen King (è il caso del sito del quotidiano diretto da Mario Calabresi), o a un’intervista a Martina Colombari (sul sito di via Solferino). Stessa storia in televisione: il Tg1 dedica un servizio di due minuti e 24 secondi quando arriva la richiesta di processo per la Raggi, solo 21 i secondi dedicati a Sala.