La guerra della mozzarella tra Campania e Puglia è passata dalle polemiche alle carte bollate: dalle parole ai fatti. La Regione guidata da Vincenzo De Luca ha infatti presentato una “formale opposizione” al ministero delle Politiche Agricole per bloccare l’iter del riconoscimento del marchio dop alla mozzarella pugliese di Gioia del Colle. Una mossa che ha provocato la reazione di Bari, con l’assessore regionale all’Agricoltura della giunta Emiliano a denunciare l’ostruzionismo della Campania, sottolineando di aver rispettato nei minimi dettagli la procedura per l’ottenimento della denominazione d’origine protetta per il latticino tipico della Murgia. Un botta e risposta che, oltre ad avere ripercussioni in campo alimentare, potrebbe riservare sorprese anche a livello politico, considerando che sia De Luca che Emiliano sono i due più importanti esponenti del Partito democratico nel Sud Italia.

LE PUNTATE PRECEDENTI – La questione del contendere è sempre la stessa: la Campania non ha minimamente gradito la proposta di riconoscimento della denominazione di origine protetta ‘Mozzarella di Gioia del Colle’, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 agosto. Sin da subito De Luca e il suo entourage hanno detto a chiare lettere che avrebbero fatto di tutto per impedire che un’altra mozzarella italiana potesse fregiarsi del marchio dop. Alle promesse sono seguite le polemiche e gli sfottò, in puro stile De Luca, con il governatore che – durante l’inaugurazione del centro che produrrà la pizza surgelata della Buitoni a Beneventoha ricordato agli amici pugliesi che “non possono andare oltre la burrata. Michele Emiliano ha risposto a stretto giro, sottolineando che le mozzarelle pugliesi sono “assolutamente all’altezza di quelle campane”. Schermaglie. Che sono diventati fatti quando la Campania due giorni fa ha presentato “formale opposizione” per l’annullamento del comunicato del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali circa la proposta di riconoscimento del marchio dop alla mozzarella pugliese.

LE CARTE BOLLATE DELLA REGIONE CAMPANIA – Le motivazioni di De Luca sono ormai chiare: “Con questa delibera – ha spiegato  il governatore – diamo seguito a quanto annunciato nelle scorse settimane. I prodotti caseari pugliesi sono prelibati – ha aggiunto De Luca – ma, nel rispetto della tipicità delle produzioni locali e manifestando pieno interesse per la valorizzazione anche delle risorse di tutti i territori, l’unica mozzarella Dop è e deve restare solo la nostra, realizzata esclusivamente con latte di bufala”. Tradotto: non ci sarà altra mozzarella dop al di fuori di quella campana. Chiaro e tondo. Secondo De Luca, inoltre, il marchio dop al prodotto caseario di Gioia del Colle “presenta elementi di parziale omonimia con la denominazione ‘Mozzarella di Bufala Campana’. Da evidenziare, poi – si legge nella nota diramata da Napoli – che non sussiste una differenziazione sufficiente tra le condizioni d’impiego e di presentazione locali e tradizionali del nome parzialmente omonimo proposto e quelle del nome già iscritto, che garantisca la necessità di assicurare un trattamento equitativo ai produttori interessati alle due denominazioni e a far sì che i consumatori non siano indotti in errore. Infine – è la conclusione – la denominazione proposta non consente di distinguere l’origine del latte utilizzato (latte bovino), proveniente da specie diversa da quello impiegato per la Mozzarella di bufala campana Dop”.

LA RISPOSTA DELLA PUGLIA – È seguita la replica di certo non conciliante della Regione Puglia, che accusa i vicini di palese ostruzionismo. “L’opposizione presentata dalla Regione Campania ritarda di fatto l’ottenimento di un importante strumento di tutela del territorio e valorizzazione dei prodotti tipici di eccellenza che vanno preservati dagli innumerevoli tentativi di imitazione”, ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Leonardo Di Gioa, che ha sottolineato come l’iniziativa di De Luca “rischia di spostare nel tempo gli effetti delle politiche regionali di tutela e valorizzazione dei prodotti di qualità. La Puglia – ha continuato Di Gioia – non ha fatto altro che seguire puntualmente la procedura prevista dall’iter ministeriale in applicazione della normativa europea”. Il regolamento comunitario sostiene che la denominazione di origine “è un nome che identifica un prodotto originario di un luogo, regione o, in casi eccezionali, di un paese determinati la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente – ha sottolineato il componente della Giunta Emiliano – a un particolare ambiente geografico e ai suoi intrinseci fattori naturali e umani e le cui fasi di produzione si svolgono nella zona geografica delimitata”.

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