Le occupate sono aumentate di 47mila unità, mentre gli uomini con un posto sono diminuiti di 11mila. Il miglioramento interessa tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni
Tasso di disoccupazione in discesa di 0,2 punti percentuali all’11,2%, ma solo grazie all’attivazione di contratti a termine. Mentre i dipendenti a tempo indeterminato sono diminuiti di 2mila unità. I dati Istat sul mese di agosto evidenziano poi un forte divario di genere: i nuovi occupati sono tutte donne. Quelle con un posto sono aumentate di 47mila unità, mentre gli uomini occupati diminuivano di 11mila. Il saldo netto è positivo per 36mila unità, mentre rispetto all’agosto 2016 se ne contano 375mila in più di cui 350mila a termine.
L’analisi per fasce di età mostra che per i giovani tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione è sceso al 35,1%, o,2 punti in meno rispetto a luglio e 2,2 in meno sullo stesso mese del 2016. L’aumento dell’occupazione interessa, in generale, tutte le classi di età, con la significativa eccezione però dei 35-49enni: per loro in agosto si contano 37mila posti in meno. E sono addirittura 147mila in meno rispetto all’agosto 2016. “Influisce in modo determinante il calo demografico di questa classe”, spiega l’Istat. Prosegue intanto il calo degli inattivi, in discesa nel complesso di 9mila unità.
Su base annua, la crescita degli occupati interessa uomini e donne e riguarda solo i lavoratori dipendenti, mentre calano gli indipendenti (-42mila). A crescere sono soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+354mila), ma crescono anche i 15-34enni (+167mila), mentre calano i 35-49enni. Nello stesso periodo diminuiscono sia i disoccupati (-2%, -60mila) sia, soprattutto, gli inattivi (-2,9%, -391mila). “Al netto dell’effetto della componente demografica – si legge nel testo – su base annua cresce l’incidenza degli occupati sulla popolazione in tutte le classi di età”. Continua a crescere il tasso di occupazione femminile, che sale a agosto al 48,9%, segnando un nuovo massimo storico a partire dall’inizio delle serie storiche mensili (dal 2004) e trimestrali (dal 1977). L’occupazione femminile resta comunque inferiore al 50% e minore di quella maschile (67,5%) di quasi 20 punti.
Con i dati dell’istituto è arrivato il commento via Twitter del segretario del Pd, Matteo Renzi: “#ISTAT: giù la disoccupazione, su gli occupati. Il #JobsAct funziona. Non serve darci ragione sul passato: dateci ascolto sul futuro #avanti”. Ma i contratti stabili che il Jobs Act puntava a incentivare, come visto, sono calati mese su mese e rappresentano solo un sesto dei nuovi posti creati nell’ultimo anno.