Prima qualche problema con le auto blu, ora il figlio assunto alla Camera. Il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi dopo un anno si conferma il soggetto preferito per i servizi delle Iene ma questa volta la storia è un po’ più imbarazzante tanto che questa volta il generale braccio destro della ministra Roberta Pinotti ha rimesso le deleghe. Rossi non parla quindi di dimissioni, ma dovrà dare “spiegazioni esaustive e convincenti” dice Lorenzo Dellai, il capogruppo di Democrazia Solidale-Centro Democratico, gruppuscolo che alla Camera riunisce alcuni centristi della maggioranza e di cui fa parte anche Rossi, che nel 2013 fu eletto con Scelta Civica. Del gruppuscolo fa parte anche Mario Caruso, il deputato che ha assunto il figlio del generale-sottosegretario, Fabrizio Rossi. Secondo la tesi delle Iene il figlio del membro di governo è stato assunto come assistente parlamentare per fare “una cortesia” al padre perché lui non poteva farlo direttamente. Comunque, spiega Caruso parlando a telecamera nascosta,”lo paga il padre“. “Accuse infondate e lesive della mia persona” replica Rossi. Ma del caso si interessa ora anche la presidente della Camera Laura Boldrini che ha detto di “valutare iniziative”.
Le accuse arrivano da una giovane assistente parlamentare che è stata intervistata da Filippo Roma, alle Iene, col volto oscurato e in modo anonimo. La ragazza ha raccontato di lavorare senza contratto e senza retribuzione da un anno e mezzo per Caruso, dopo aver cominciato con uno stage di tre mesi e di essere andata avanti da allora senza retribuzione, subendo anche avance sessuali. “Una sera al ristorante – ha detto la giovane – l’onorevole (Caruso, ndr) mi ha fatto capire che se fossi andata al letto con lui mi avrebbe aiutato”. La ragazza mostra anche un messaggino inviatole dal deputato qualche giorno dopo, a mezzanotte: “Sono a casa, valuta te cosa fare”. La ragazza ha anche registrato un suo colloquio con il deputato. “Non è che se ti avessi detto di sì mi avresti dato il lavoro?”. “No, quelle sono cose separate e distinte”, la replica di Caruso. Pressato dalle Iene, Caruso ha negato di aver chiesto alla sua collaboratrice prestazioni sessuali, sostiene che la ragazza ha fatto solo uno stage di tre mesi e dice di aver assunto il figlio del sottosegretario Rossi dopo aver fatto “una valutazione delle sue capacità“.
Rossi si difende parlando di “insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione: mio figlio ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l’assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione”. Ma non è la prima volta che Rossi finisce nei servizi delle Iene. A primavera il programma di Italia Uno aveva documentato l’arrivo del sottosegretario in auto blu allo stadio Olimpico per vedere il derby di Roma. Ancora prima – nell’ottobre 2016 – era finito al centro di un altro servizio sull’abuso di auto blu quando e aveva dovuto ammettere che la usava per recarsi da casa al ministero.
Dellai, capogruppo di Democrazia Solidale-Centro Democratico, parla di “stupore e sconcerto“. Anche per questo Rossi ha deciso di rimettere le deleghe per “non coinvolgere l’amministrazione” e per svolgere ogni azione in piena libertà e con maggiore serenità”. In sostanza, insiste, un modo per “fare chiarezza per evitare che queste informazioni siano strumentalizzate: le spese relative ai collaboratori sono rendicontate e questo basta per dimostrare da chi realmente dipende l’impiegato e viene retribuito”. Per la presidente Boldrini la situazione messa in evidenza nel servizio è “inaccettabile”. Per questo chiederà “al collegio dei questori una approfondita ricostruzione dell’accaduto, per valutare eventuali iniziative da assumere sia sulla specifica vicenda, sia in merito a una diversa regolamentazione di tutta la materia“.
Rossi, generale di corpo di armata ed ex sottocapo dello Stato maggiore dell’Esercito (fino al 2013), è stato eletto deputato con Scelta Civica. E’ diventato sottosegretario alla Difesa con la nascita del governo Renzi e poi riconfermato nell’esecutivo di Gentiloni. Da quando Scelta Civica in Parlamento si è disfatta, ha sempre scelto la parte un po’ più a destra: prima si scrive al gruppo Popolari per l’Italia, poi si candida alle Europee 2014 con Ncd-Udc (non viene eletto), poi a Democrazia Solidale-Centro Democratico che unisce i popolari di Scelta Civica con i parlamentari eletti dal partito di Bruno Tabacci. Proprio per Centro Democratico si candida alle primarie del centrosinistra per le amministrative di Roma: si piazza terzo dopo Roberto Giachetti e Roberto Morassut, con 1320 voti, il 3 per cento delle preferenze.
Caruso invece si trova dentro il gruppuscolo centrista quasi per caso. La sua storia è stata sempre a destra: era sindacalista dell’Ugl ed è stato candidato alla Camera per la prima volta nella lista Per l’Italia nel mondo, di Mirko Tremaglia, che era l’espressione di An nei collegi esteri. Ci riprova due anni dopo con il Popolo delle Libertà (sempre nelle circoscrizioni estere), ma anche questa volta non viene eletto. Nel 2010 passa a Futuro e Libertà di Gianfranco Fini ed è, incredibilmente, l’unico di Fli che riesce a essere eletto a rimorchio di Scelta Civica e di Mario Monti. Del gruppo parlamentare (dove confluisce dopo un paio di anni) è ora tesoriere, anche se da indipendente (Fli ormai si è sciolta).
Filippo Roma, autore del servizio delle Iene, annuncia un nuovo servizio sull’ex generale. “Abbiamo fatto il nostro lavoro è tutto documentato dalle immagini, ci siamo semplicemente chiesti: ma è normale?”. Nel servizio, precisa, “è proprio il figlio a rivelare che lavora nell’ufficio del padre. Poi abbiamo coperto il rapporto con Caruso. Ci siamo posti delle domande: è giusto?”. Per i Cinquestelle quella di Rossi è “un’ammissione di colpa anche se il generale cerca di correggere goffamente il tiro”. Per i parlamentari M5s delle commissioni Difesa “siamo di fronte a un presunto, e ripetuto, caso di favoritismo e clientelismo, a spese peraltro dei cittadini. Rossi non deve rimettere le deleghe, ma deve dimettersi immediatamente e lasciare l’incarico di sottosegretario”.