I soci della Consulta hanno unanimemente deciso che al raggiungimento delle 5,1 milioni di Dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) inviate all’istituto, comunicheranno all’Inps, via posta certificata, la risoluzione della convenzione alla base del servizio gratuito
I Caf passano dalle parole ai fatti. La Consulta nazionale dei centri di consulenza fiscale fa sapere di aver iniziato “il percorso che potrebbe portare al blocco delle dichiarazioni Isee”. E invita l’Inps a “scongiurare il rischio di interruzione del servizio”, necessario per accedere a tutta una serie di prestazioni sociali che vanno dalle agevolazioni scolastiche e sui trasporti fino al reddito di inclusione. “I soci della Consulta hanno unanimemente deciso che al raggiungimento delle 5,1 milioni di Dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) inviate all’istituto, comunicheranno all’Inps, via posta certificata, la risoluzione della convenzione”, si legge in un uno stralcio della lettera inviata lunedì 2 Ottobre dalla Consulta al presidente dell’Inps, Tito Boeri.
“Oramai il tempo degli avvertimenti è terminato”, riferisce una nota dei Caf. “Tra pochi giorni – affermano Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, coordinatori della Consulta,– tutti i centri di assistenza fiscale italiani potrebbero sospendere il servizio della compilazione delle dichiarazioni per l’Isee se non verrà assicurato il pagamento di tutte le Dsu elaborate e trasmesse dai Caf all’Istituto nel corso del 2017. Poiché, dalle nostre valutazioni, supereremo il numero delle dichiarazioni stabilito con l’Inps, non possiamo assumercene il costo essendo un servizio gratuito per il cittadino”, prosegue il comunicato condiviso anche dalla Cgil che è parte integrante della Consulta Nazionale dei Caf.
Per il 2017 l’Inps ha stanziato 82 milioni a favore dei Caf per il sevizio di assistenza gratuita alla compilazione delle Dsu ai fini Isee. Secondo la Consulta, la cifra copre però solo 5,1 milioni di dichiarazioni. Oltre questa soglia, i centri di assistenza fiscale chiedono però un’integrazione. Di qui il braccio di ferro con l’Inps che finora ha dichiarato di non aver alcuna intenzione di ritoccare al rialzo il contributo. Con il risultato che la situazione di stallo rischia di pesare solo sui cittadini. Senza peraltro che il governo, il ministero del Lavoro e il Tesoro, interpellati dalla Consulta, si esprimano sulla questione. “Fino ad oggi ci sono state proposte delle soluzioni immaginifiche che allontanano il superamento del problema (…) – proseguono Bagnoli e Soldini – Non può essere un problema di risorse a bloccare un servizio così importante”.
Secondo la Consulta, siamo infatti in una fase molto delicata: a dicembre ci sarà un boom di richieste Dsu-Isee necessarie alla presentazione della domanda di reddito di inclusione e i Caf potrebbero vedersi costretti a rifiutare il servizio gratuito ai cittadini. “Cosa accadrà quando, a dicembre, centinaia di migliaia di famiglie, le meno abbienti, potranno presentare la domanda per il reddito d’inclusione per il quale è, ovviamente, prevista la dichiarazione Isee? A chi si rivolgeranno?”, domanda la Consulta all’Inps che si dice disponibile ad un confronto nell’interesse dei cittadini. Interpellato in merito da ilfattoquotidiano.it, l’ente previdenziale ricorda innanzitutto che è pur sempre possibile effettuare autonomamente la dichiarazione Dsu sul sito dell’Inps. Inoltre precisa che da mesi l’ente si sta attrezzando per offrire un supporto alla compilazione delle Dsu nelle sedi locali. Senza contare che il presidente Boeri ha avanzato una proposta normativa che obbliga la pubblica amministrazione ad attingere all’archivio Dsu dell’Inps tagliando i costi di eventuali duplicazioni. Tuttavia sullo sfondo resta il fatto che il limite dei 5,1 milioni di dichiarazioni, indicato dal Caf, si avvicina si avvicina rapidamente. E, a bocce ferme, il rischio caos resta dietro l’angolo. Con il governo che sembra ignorare lo scontro in atto.