Una marcia fino alla Porta d’Europa a Lampedusa per ricordare i 368 migranti che quattro anni fa sono morti nel Mediterraneo. L’Italia ricorda oggi la strage del 3 ottobre 2013 e gli stranieri che hanno perso la vita cercando di raggiungere il nostro Paese. Tra i rappresentanti delle istituzioni presenti sul posto, oltre al sindaco Totò Martello, anche la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e il presidente del Senato Pietro Grasso. Proprio la seconda carica dello Stato, nel suo intervento, ha proposto per la prima volta di allargare il diritto d’asilo anche ai migranti economici: “L’articolo 10 della nostra Carta fondamentale ci ricorda che ‘lo straniero al quale si è impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge’. Quindi non solo chi scappa dalla guerra ma anche coloro che fuggono dalla povertà, dalla fame, dalla negazione dei diritti umani hanno il diritto d’asilo”.
Grasso, che tra le altre cose negli ultimi giorni è comparso come ipotetico leader a sinistra corteggiato da Pier Luigi Bersani, ha parlato quindi dell’importanza di far rispettare la Costituzione anche per gli stranieri che arrivano in Italia. “E’ un’emozione diversa essere sui luoghi che costituiscono la fine dell’Europa”, ha detto intervistato da Rai Radio1. “Il confine dove ci sono principi e valori che i nostri padri fondatori hanno realizzato con quest’Unione. E c’è anche la porta d’ingresso d’Europa il primo segnale che vedono coloro che si avvicinano con la speranza di un futuro migliore alle nostre coste. Fuggono da povertà, guerre, fame, mancanza di diritti. Quei diritti fondamentali che la nostra Costituzione riconosce”.
Sul tema è intervenuta anche la presidente della Camera Laura Boldrini, esprimendo pubblicamente le sue perplessità in merito alle nuove politiche migratorie del governo Gentiloni. “Sappiamo bene che si fugge per diversi motivi”, ha detto, “chi fugge non lo fa con leggerezza, non è una gita, una scampagnata. Il giorno dell’anniversario della strage di Lampedusa ci impone una riflessione: gli sbarchi sono diminuiti ma magari si muore e non ce lo dice più nessuno perché il Mediterraneo oggi è meno frequentato da testimoni e da chi salva vite umane. Noi dobbiamo farci delle domande, non basta tenere lontani i migranti per risolvere i problemi, né diminuire il numero arrivi. Quando è in gioco vita umana, la culla dei diritti umani deve farsi qualche domanda sule ragioni per cui le persone non arrivano più”.