L'Unione Europea spinge per la creazione di un consorzio tra aziende automobilistiche, chimiche e ingegneristiche in grado di fare ricerca e sviluppo, nonché produzione, di batterie per veicoli elettrici. In modo da contrastare l'avanzata dei colossi cinesi, giapponesi, sudcoreani e statunitensi
Sembra un po’ una chiamata alle armi quella che l’Unione Europea ha fatto all’industria automobilistica, a quella chimica e alle multinazionali dell’ingegneria: l’appuntamento è fissato per mercoledì prossimo con l’idea di fare il punto sullo sviluppo delle batterie per auto elettriche e sulla loro fabbricazione nel vecchio continente. Lo scopo del meeting, come riporta Autonews, sarebbe quello di creare delle sinergie produttive in grado di tenere il passo dei competitors americani e cinesi.
Al party di Bruxelles ci saranno nomi illustri come Renault, Daimler, BASF (gruppo tedesco della chimica), Siemens e Continental AG. La speranza della EU per recuperare il terreno perso con la concorrenza (soprattutto cinese), è quella di mettere in piedi una sorta di consorzio di ricerca e produzione, foraggiato pure dall’Europa. “La nostra ambizione è quella di creare un vera filiera europea, una catena di valore che includa anche il riciclo”, ha spiegato Maros Sefcovic, Vice Presidente della Commissione Europea. Una sorta di “Airbus delle batterie” che ha già la benedizione della Volkswagen.
Ad oggi infatti la maggior parte della tecnologia utilizzata nei battery pack per auto elettrificate, usata anche dai costruttori europei, è “made in Asia”: un monopolio di giganti come le giapponesi Panasonic e NEC e le coreane LG e Samsung. Senza contare realtà che stanno crescendo alla velocità della luce, come le cinesi BYD e CATL o l’americana Tesla. Vanno anche considerati gli investimenti “in house” di giganti come la Toyota, alle prese con la ricerca sulle batterie allo stato solido, capaci di massimizzare l’efficienza e ridurre al minimo i tempi di rifornimento.
Una realtà europea in grado di sostenere i costi di sviluppo e fabbricazione delle batterie per EV costerebbe circa 30 miliardi di dollari secondo gli analisti di Bernstein Research. Va comunque detto che questo ulteriore impulso politico alla causa dell’elettromobilità potrebbe far crescere la diffusione delle infrastrutture di ricarica e contribuire all’incremento dell’autonomia e alla riduzione dei tempi di ricarica delle auto a emissioni zero: vere e proprie spine nel fianco dei veicoli green.