Vis-à-vis tra a Dimartedì (La7) tra il magistrato Piercamillo Davigo e il vicedirettore di Democratica, Mario Lavia, sul rapporto tra politica e giustizia. Lavia sostiene che Davigo appartenga a quella scuola di pensiero che vede la politica come un male e assegna alla magistratura il ruolo di “cavaliere bianco” destinato a ripulire la società. “Intanto, questo se l’è inventato lei, io non ho mai pensato nulla del genere- replica il magistrato – Quando qualcuno mi dice che rubano tutti, io di solito gli chiedo: “Lei ruba?”. E quando mi risponde di no, io dico: “Neanch’io. Come vede, siamo già in due”. Mi è assolutamente chiaro che non rubano tutti”. E aggiunge: “Il mestiere dei magistrati è quello di fare il cane da guardia, cioè abbaiare quando ci sono i ladri. Per un certo periodo della mia vita professionale mi facevano tutti i complimenti. Io mi consideravo un discreto cane da guardia. Da un certo momento in avanti hanno cominciato a prendermi a calci tutte le volte che abbaiavo, senza guardare se per caso ci fossero davvero i ladri. La cosa mi irrita”. Davigo si esprime anche sull’accusa di protagonismo diretta ai magistrati: “Quando sui giornali di provincia viene fotografato il pescatore con il luccio da 10 Kg, il pescatore fa protagonismo o il luccio è grosso? Questo è il problema”. Il magistrato poi preferisce non pronunciarsi sul caso delle intercettazioni trascritte male nell’inchiesta Consip e risponde alla giornalista sportiva Ilaria D’Amico sulla lentezza della giustizia: “In questo Paese la giustizia non funziona spesso per un eccesso di domanda patologica che a sua volta è determinata dal fatto che in Italia conviene violare la legge. Questo è il problema. Se si vuole far funzionare la giustizia, bisogna fare in modo che non convenga violare la legge. In Italia perché mai un debitore dovrebbe pagare il suo creditore, a meno che non sia un fornitore abituale? Vogliamo fare allora come i Paesi seri? – chiosa – Se uno viola una legge, deve avere delle conseguenze gravi. E invece in Italia le conseguenze gravi le ha chi subisce la violazione della legge”