Gli uomini dell’Anticorruzione hanno acceso un faro sugli appalti per le scuole professionali della Provincia di Trento. In realtà, più che appalti, visto che vengono assegnati senza la messa in gara, si tratta di affidamenti diretti. Ne beneficiano alcuni enti che si spartiscono una torta non indifferente, quasi 50 milioni di euro. All’origine ci sono disposizioni di legge provinciali, ma nel tempo questa pratica avrebbe creato un sistema di potere che ha creato sospetti. A fare da grancassa, negli ultimi anni, sono gli esponenti del Movimento 5 Stelle, con raffiche di interrogazioni parlamentari o indirizzate al presidente della giunta provinciale.
In particolare sotto osservazione c’è un contratto con Enaip da 22 milioni di euro all’anno. Per questo gli ispettori di Raffaele Cantone si sono presentati nella sede del Dipartimento della Conoscenza, l’assessorato all’istruzione. Hanno acquisito una vasta documentazione sull’affidamento diretto del servizio scolastico da 93 milioni e mezzo di euro che venne deciso nel 2015 ed è valido fino al 2019. L’ispezione avrà una durata di un paio di mesi, terminati i quali si concluderà con una relazione che sarà inviata al Consiglio dell’Anac che poi deciderà se inviarla alla magistratura o archiviare il caso. “Nessuna irregolarità, ci muoviamo – dice Ugo Rossi, presidente della Provincia di Trento – sulla base di norme precise e della competenza in materia di istruzione”.
“L’intervento di vigilanza dell’Anac è avvenuto d’ufficio sulla base degli atti di sindacato ispettivo da noi presentati in Parlamento, che sono seguiti alle richieste di approfondimento del consigliere Filippo Degasperi” spiega il deputato M5S Riccardo Fraccaro. “Di fatto, la formazione professionale trentina negli anni è stata inserita in un sistema affidato alla gestione sempre più marcata di enti privati, cui la Provincia riconosce la copertura del 100% dei costi. Ha subìto negli anni un radicale processo di privatizzazione e pare vittima di una gestione discrezionale per quanto riguarda assunzioni, affidamenti, piani di studio, gestione delle risorse. Forse la giunta Rossi considera la scuola come un’appendice funzionale al suo sistema di potere”.
Quale fosse la situazione già nel 2014 era stato spiegato dopo un’interrogazione di Degasperi. Le cifre distribuite agli enti privati per la formazione professionale erano le seguenti: a Enaip Trentino 21 milioni di euro, al Centro di Formazione Professionale dell’Università Popolare Trentina più di 6 milioni, all’Opera Armida Barelli altri 6 milioni, al Centro di Formazione Professionale G. Veronesi 3 milioni, all’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti grafiche 2 milioni e mezzo, al Centro di Formazione Professionale Centromoda Canossa 1,8 milioni, all’Istituto “Ivo de Carneri” 632 mila euro.
L’Anticorruzione dovrà stabilire se la procedura è corretta. A suo tempo fu anche interessata l’Unione Europea, per sospetto di mancato rispetto della trasparenza nell’assegnazione, senza però una conclusione univoca. Dove girano tanti soldi c’è il rischio di sprechi. È quello che insinua il consigliere Degasperi. “Pensiamo che l’Enaip delle Acli gestisce circa 2.200 studenti e incamera 22 milioni di euro all’anno. La struttura è composta, ai vertici, da due dirigenti che guadagnano 150 mila euro all’anno lordi e da ben 9 direttori. Mi pare che nelle scuole statali anche con più 1.500 studenti lo stipendio di un solo dirigente arrivi a fine carriera a 90mila euro”.