Le accuse sono prostituzione minorile, violenza sessuale di gruppo, atti sessuali con minori e detenzione di materiale pedopornografico. Ma la realtà è più subdola. C.C., 43 anni, istruttore di karate e titolare di una palestra di Lonato del Garda, nel bresciano, più che costringere le sue giovani allieve, tutte minorenni, ad avere rapporti, le faceva sentire delle donne. Le corteggiava, esercitava su di loro il proprio fascino di uomo adulto, le manipolava. E lo stanzino della palestra diventava il luogo dove consumare gli abusi. Almeno dal 2008 ad oggi, quando il 43enne è finito arrestato.

Secondo il sostituto procuratore di Brescia Ambrogio Cassiani, che ha chiesto e ottenuto la custodia cautelare in carcere “perché altre misure sarebbero del tutto inadeguate“, l’uomo “è incapace di contenere l’impulso sessuale” e “mostrava un’assoluta noncuranza per le conseguenze della sua condotta, passando da una ragazza all’altra in modo insaziabile“, come riporta il Corriere della Sera. Almeno 6 le vittime, con i primi casi risalenti addirittura al 2003. Il maestro di karate le faceva sentire importanti: “Ci sarò sempre”, scriveva loro su Facebook. Tanto che l’ultima vittima in ordine di tempo, adescata quando aveva 15 anni, ce l’ha con la madre che ha sporto denuncia nei confronti dell’istruttore. “Mi avete tolto l’uomo della mia vita, lui era il meglio per me, voi non lo capite”. Sempre secondo il Corriere, il 43enne, sposato, in alcuni casi si è presentato anche a casa delle allieve, dichiarandosi innamorato di loro di fronte ai genitori delle ragazzine.

L’indagine della Procura di Brescia è partita dalla denuncia di una delle prime vittime, ormai maggiorenne, che all’epoca dei primi incontri sessuali con l’uomo aveva solo 12 anni, e da quella dei genitori di un’altra ragazzina conosciuta quando l’arrestato era educatore in una parrocchia di Lonato del Garda. Nell’inchiesta risultano indagati a piede libero anche altri tre adulti che avrebbero partecipato a serate di sesso di gruppo organizzate dallo stesso maestro di karate. Questi, infatti, avrebbe spinto le giovani allieve anche a contattare uomini adulti in chat. Gli indagati sono un 49enne di Castiglione delle Stiviere, un 43enne di Mantova e un 31enne di Sirmione, nel Bresciano.

Ad inchiodare C.C. ci sono i messaggi scambiati nel tempo con le minorenni, ma anche e soprattutto le testimonianze delle stesse vittime ascoltate in questi mesi in audizioni protette. Alcune nel frattempo sono diventate maggiorenni e hanno raccontato di “scene delle quali ci vergogniamo“. “Quei pensieri mi fanno male anche oggi che sono maggiorenne”, ha testimoniato una delle giovani che avrebbero subìto violenza per anni. Tre vittime sono assistite dall’avvocato Michela Marchesi, che al Corriere ha spiegato che le ragazze più grandi hanno maturato la consapevolezza di essere state “vittime di chi ha rubato loro l’adolescenza e la dignità convincendole che fosse tutto normale“.

 

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