Tante le iniziative in tutta Italia previste per l'8 ottobre. Il presidente di Federtrek Paolo Piacentini: "Muovendosi lentamente si favorisce l'incontro con l'altro, e si lasciano alle spalle i livelli di stress diffuso che si patiscono dentro a un veicolo. E' un atto politico e culturale"
Oltre 100 eventi in tutta Italia, una mappa per organizzarne altri e per capire quale sia il più vicino. Per uscire di casa e partire. L’8 ottobre è la sesta edizione della Giornata del camminare, manifestazione nazionale organizzata da Federtrek per riscoprire la mobilità dolce, ridisegnare il rapporto con la città e gli spazi urbani. Perché non esistono soltanto le rotte escursionistiche o i grandi cammini, da Santiago alla Francigena. “Dobbiamo mettere in atto una rivoluzione gentile per fare capire che camminare dove viviamo è il modo più naturale per muoversi, andare al supermercato e al lavoro. Per rendere le nostre città più vivibili”, spiega Paolo Piacentini, esperto di cammini per il Ministero dei beni culturali e presidente di Federtrek, associazione che nel 2009 ha scritto il manifesto del camminare. “E’ un’idea che è un atto politico e culturale al quale stiamo lavorando da tempo”. La cosa più difficile? “Convincere ad abbandonare la pigrizia e l’uso irrazionale dell’auto”. Eppure i vantaggi sarebbero tanti: “Muovendosi lentamente si favorisce l’incontro con l’altro, e si lasciano alle spalle i livelli di stress diffuso che si patiscono dentro a un veicolo”.
Mancano i numeri ufficiali sui partecipanti delle scorse edizioni, visto che parliamo di “eventi liberi e gratuiti” e “alcune iniziative, nonostante l’iscrizione sia molto semplice, non vengono inserite sulla mappa”. Ma l’affluenza cresce di anno in anno. Gli eventi di domani si svolgono “nei parchi – continua Piacentini – sulla Francigena, lungo il percorso di San Benedetto, in piccoli borghi e nelle aree protette. Le città però, tra cui Genova, Firenze e Roma, hanno il numero di iniziative maggiori, che partono dalle periferie e arrivano fino al centro”. Una giornata che vuole risvegliare la quotidianità, “dove si prende il suv anche per fare un chilometro“. E oltre al fattore ecologico, le conseguenze della mobilità dolce vanno dal benessere psicologico al piacere di fare turismo. Sostenibile. “Esiste un’esigenza sempre più diffusa di spogliarsi da una vita stressante e riconnettersi alla realtà e a se stessi con un passo più lento. E’ quasi scientifico: dopo una settimana di cammino elimini quello che è inutile, i bisogni che non sono autentici, necessari. In sostanza, se si cammina si sta meglio: si migliora la qualità della propria vita e di quella dell’ambiente, si facilitano le relazioni e anche i nostri bambini sono più liberi”. Nella spagnola Pontevedra, ad esempio, “i bimbi vanno a scuola da soli a piedi, perché è stata completamente pedonalizzata dal sindaco”.