La custodia cautelare è stata prevista anche nei confronti di altri due soggetti, di cui uno minorenne, che però al momento si trovano all'estero. Dopo i fatti i due fratelli si erano allontanati dall'Italia, rifugiandosi in Bosnia, per poi rientrare e stabilirsi a Torino, dove sono stati arrestati
La pista della faida tra famiglie rom non era mai stata abbandonata dagli investigatori. E ha portato, a cinque mesi dall’incendio del camper a Centocelle in cui morirono tre sorelle di 4, 8 e 20 anni, all’arresto di due persone: Serif e Andrea Seferovic, fratelli, rispettivamente di 20 e 18 anni. I due sono stati rintracciati e fermati questa mattina a Torino. Ordinanze di custodia cautelare sono state disposte anche nei confronti di altri due soggetti, di cui uno minorenne, che però al momento si trovano all’estero.
Serif, il maggiore, con precedenti per reati contro il patrimonio, è stato fermato in un mercato dell’usato, dove aveva allestito un suo banco. È accusato di omicidio plurimo, tentato omicidio plurimo, detenzione, porto e utilizzo d’arma da guerra e incendio doloso. Il fratello, Andrea, dormiva invece all’interno del suo furgone a Moncalieri. Per lui l’unica accusa è quella di incendio doloso. Dopo i fatti i due fratelli si erano allontanati dall’Italia, rifugiandosi in Bosnia. In seguito sono rientrati e si sono stabiliti a Torino. Le indagini si sono basate soprattutto sulle testimonianze e sulle analisi delle telecamere di videosorveglianza.
I due sono esponenti della famiglia Seferovic: tra loro e gli Halilovic, la famiglia delle tre sorelle decedute, era da tempo in corso una guerra, nata per motivi economici. Tanto che gli Halilovic avevano deciso di abbandonare il campo rom di via Salviati, dove vivevano i Seferovic, per stabilirsi nel parcheggio del centro commerciale Primavera. Ma la faida era continuata: litigi, minacce, danneggiamenti, poi un primo rogo il 5 maggio scorso, quando i fratelli Seferovic hanno lanciato due ordigni incendiari contro il camper della nonna delle vittime, distruggendo il mezzo e altre auto vicine, ma non facendo nessuna vittima. Quindi ci hanno riprovato cinque giorni dopo con un secondo incendio, questa volta centrando l’obiettivo. La notte del 10 maggio nel camper degli Halilovic dormivano in tredici: la madre, il padre e gli undici figli. Secondo gli investigatori i fratelli Seferovic, insieme ad altre due persone, si sono recati al parcheggio del centro commerciale a bordo di un Fiat Ducato bianco, guidato dal maggiore, e hanno dato fuoco al mezzo della famiglia rivale. I genitori e otto tra i figli sono riusciti a salvarsi, mentre Elisabeth, Francesca e Angelica non ce l’hanno fatta e sono morte nell’incendio.