“Sapevo che per mia figlia sarebbe iniziato un percorso faticosissimo. Ci ha accusati di averla tradita, ci disse che i mostri eravamo noi, non lui, capisce? Non ho salvato mia figlia e non riuscirò a salvarla, ma non mi sarei mai perdonata pensando che con quell’uomo, ogni giorno, c’erano minorenni. Andava fermato”. Parla così al Corriere della Sera la madre della 17enne di Brescia che insieme ad altre giovani è stata vittime delle molestie di C.C., 43 anni, istruttore di karate e titolare di una palestra di Lonato del Garda. Corteggiava le ragazze, esercitava su di loro il proprio fascino di uomo adulto, e le manipolava. E lo stanzino della palestra, almeno dal 2008, era diventato il luogo dove consumare gli abusi. L’uomo, poi, è stato arrestato. La madre della ragazza, nell’intervista al quotidiano di Via Solferino, spiega di avere denunciato il 43enne, che aveva una relazione con la figlia. La ragazza era innamorata di lui, e lo è ancora. “Il problema è che secondo lei, che ora di anni ne ha 17, i mostri siamo noi, che l’abbiamo strappata all’amore della vita. Mi auguro che con il tempo capisca”.

La storia inizia nel 2016, quando conosce il suo istruttore. Andava in palestra per accompagnare il suo “fidanzatino”, ma da quando si erano lasciati lei era cambiata. “Teneva tantissimo alla forma fisica, aveva forte autostima”. Tutti elementi che la madre attribuisce alla fase adolescenziale. Poi, qualche mese dopo, arriva una telefonata. “Era un’altra allieva. Mi pregò di allontanare mia figlia da quella palestra, perché non avrebbe dovuto accaderle quello che era costretta a subire lei”.

La madre riceve poi la conferma che sua figlia aveva una relazione con l’uomo. E a quel punto “per capire se si trattasse di un’infatuazione platonica o meno”, lei e il marito fingono di accettare la relazione “per capire cosa stesse succedendo”. Lo invitano a casa: lui spiega ai suoi genitori quanto sia innamorato di lei, e cercano di “raccogliere quanti più elementi possibili per incastrarlo. Ma ancora – continua la madre della ragazza – non immaginavamo cosa si nascondesse dietro”. E ora che ha denunciato l’uomo, spera che la figlia prima o poi “smetta di detestarci”. E che l’inchiesta “non finisca in una bolla di sapone”.

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