Il figlio del cofondatore ha testimoniato davanti al giudice monocratico di Napoli Nord. In aula anche il deputato Di Battista che si è scontrato con Angelo Ferrillo, ex candidato alle Regionali poi espulso dopo un post su Facebook
“La Casaleggio Associati ha sempre gestito le primarie del Movimento 5 stelle, ma per spirito di servizio, non in base ad un contratto. La società non ha mai fatturato nulla per il Movimento”. Davide Casaleggio, figlio del cofondatore del Movimento, questa mattina ha testimoniato al processo per diffamazione che il padre intento nel 2015 contro l’allora attivista M5s Angelo Ferrillo, ex candidato alle Regionali ed espulso dopo aver passato il primo turno a causa di alcune frasi scritte su Facebook. Nel post incriminato si leggeva: “Mi sto preparando a fare le valigie per espatriare visto che il futuro di questo Paese è in mano ad un fallito e truffatore con sede legale a Milano”, scrisse Ferrillo senza citare Casaleggio. “Ritengo che le offese fossero rivolte a mio padre” ha però spiegato Davide.
In aula anche il deputato Alessandro Di Battista. “Nel 2014 le sospensioni le decideva solo Grillo, non c’era alcun comitato d’appello”, ha dichiarato. Davide Casaleggio ascoltato dai giudici prima del deputato pentastellato aveva riferito che esisteva, in quel periodo, un organo di appello contro le esclusioni o le sospensioni. Esistenza comprovata anche dalla email indirizzata nel marzo 2015 a Ferrillo e mostrata dal suo legale. Di Battista ha poi sottolineato che “sui voti la gestione del Movimento è sempre stata trasparente, da noi c’è democrazia interna”.
La prossima udienza del processo è stata fissata per il 26 marzo 2018. In quell’occasione verrà citato, per la quarta volta Grillo, mentre la testimonianze di Di Maio potrebbe saltare. Al termine dell’udienza, Alessandro Di Battista è stato inseguito e contestato da Angelo Ferrillo, mentre il parlamentare lasciava il tribunale di Napoli Nord. “Non è vero ciò che ha detto – ha urlato l’ex attivista – c’era un comitato di appello nel 2014, infatti la mia esclusione dal Movimento fu confermata proprio in seconda istanza”. Ferrillo ha poi mostrato il documento relativo alla sua esclusione inviato dai 5 stelle dopo che il suo primo ricorso era stato bocciato direttamente dallo staff Di Grillo. La querela contro Ferrillo fu presentata da Gianroberto Casaleggio nel gennaio 2015, dopo un post apparso nell’ottobre 2014 su Facebook in cui Ferrillo, in una discussione con altri utenti sulla politica, scriveva “mi sto preparando a fare le valigie per espatriare visto che il futuro di questo Paese è in mano ad un fallito e truffatore con sede legale a Milano”.
Due mesi dopo, tra la fine del dicembre 2014 e l’inizio di gennaio 2015, Ferrillo vinse il primo turno delle primarie, ma poco dopo, il 16 gennaio 2015, ricevette l’avviso con un mail dello staff di Beppe Grillo che contro di lui era stato avviato un procedimento per alcune frasi pubbliche in cui aveva manifestato l’opinione che le procedure per la selezioni dei candidati alle regionale fossero una truffa; il 28 gennaio Ferrillo fu espulso con una mail dallo staff di Beppe Grillo e a marzo gli venne comunicata dal Comitato d’Appello la bocciatura del suo ricorso contro l’esclusione.