Dai social alle aule dei Tribunali. Sembra questo il destino dello scontro tra il senatore del Pdl e l'autore di Gomorra
Dai social alle aule dei Tribunali. Sembra questo il destino dello scontro tra il senatore Pdl Maurizio Gasparri e lo scrittore Roberto Saviano. Il vice presidente del Senato ieri in un tweet aveva invitato a cambiare canale perché l’autore di Gomorra era ospite del programma di Fabio Fazio: “Fa parlare il pregiudicato Saviano…”. Da Facebook lo scrittore ha risposto che agirà in sede civile e penale contro il parlamentare e che tutto quello che sarà ottenuto verrà destinato alle ong in servizio nel Mediterraneo. Gasparri poi risposto con un nuovo tweet” A #Saviano dà fastidio la verità. E’ stato da tempo condannato per plagio in via definitiva. Eviti iniziative temerarie”. Ma la sentenza a cui fa riferimento Gasparri è stata emessa in ambito civile e nessun reato è stato mai contestato a Saviano. Si tratta di un contenzioso tra lo scrittore e alcune testate giornalistiche.
Non è la prima volta che Saviano finisce nel mirino di un politico del centrodestra. In passato c’è stata una lunga serie di botta e risposta con Matteo Salvini. L’ultima risale ad agosto quando il leader del Carroccio ha dichiarato che con la Lega Nord al governo la scorta gli sarebbe stata tolta. Un duello social durato per giorni. A gennaio un altro scontro con Salvini e anche con Giorgio Meloni per la frase “Sogno sindaci africani per salvare il mio sud martoriato” detta durante un’intervista a Gianni Riotta su Raistoria). “Saviano vuole sindaci africani? Vada a vivere in Africa allora,
così esaudisce il suo sogno e quello di tanti italiani” aveva detto la presidente di Fratelli d’Italia. Seguita da Salvini, che aveva scritto :”Io sogno Saviano in Africa”. La replica dello scrittore era stata immediata: “Io in Africa ci vado. Accompagnerò Salvini magari a recuperare i fondi pubblici della Lega Nord finiti in Tanzania e Meloni a scusarsi per le atrocità commesse dal regime fascista nei territori ex coloniali, regime con cui lei politicamente è in continuità Per le scuse non è mai tardi”.