Scontro dentro il Movimento romano quando alla vigilia del voto in rete per scegliere il candidato governatore. In corsa tra i big anche la deputata Roberta Lombardi che, anche alla luce delle spaccature, si prepara alla vittoria. Anche se le polemiche rischiano di lasciare segni profondi in vista della campagna elettorale
Il voto in rete neppure è cominciato e già il Movimento 5 stelle del Lazio è alle prese con le polemiche interne. Quando mancano meno di 24 ore alle Regionarie per scegliere il nome del candidato o della candidata governatrice, i grillini si spaccano sotto i colpi del fuoco amico. “Sono io che chiedo di essere convocato dai probiviri. La ‘cordata Pomezia’ sta inquinando il Movimento”. Tra i primi a prendersela con i colleghi, il consigliere regionale e candidato Davide Barillari. Non si accontenta di un contestatissimo post su Facebook dove accusa, fra gli altri, Valentina Corrado collega alla Pisana e rivale nelle primarie interne – di averlo “boicottato” nella sua proposta di riforma sanitaria, ma a ilfattoquotidiano.it rincara la dose e mette in allerta tutto il Movimento e parlando di una “cordata di cui fino a qualche giorno fa non avevo le prove” e di un “gruppo regionale spaccato da tempo”. La consigliera Corrado, sempre con ilfattoquotidiano.it, si difende: “E come l’avrei boicottato? Mica gli ho legato le mani!”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’email che il sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, ha inviato a più destinatari dal suo indirizzo personale come endorsement in favore della sua concittadina. Proprio il “modello Pomezia” sembrava in forte ascesa nel Movimento: dopo le vittorie nelle vicine Nettuno e Ardea e la crescita dei sondaggi in vista delle amministrative di Anzio (2018), Fucci – che proviene dallo stesso meet-up territoriale di Corrado e dell’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo – ha avuto “l’onore” di parlare alla convention di Rimini insieme alle sindache di Roma Virginia Raggi e di Torino Chiara Appendino. Ora la posizione di Fucci, che è stato fortemente censurato da una nota pubblicata sul blog di Beppe Grillo (dove si legge “il M5s non autorizza dichiarazioni di voto interne per evitare la formazione di correnti”) è finita all’attenzione dei probiviri, che lo avevano già attenzionato per un’inchiesta a suo carico (reato di diffamazione) non comunicata per tempo. Tutto a vantaggio della deputata Roberta Lombardi, già favoritissima della vigilia e per la quale ora osservatori e addetti ai lavori prevedono una vittoria in scioltezza. I tre, insieme ad altri candidati (tra cui la sorella del presidente in Campidoglio Marcello De Vito, Francesca), si sfideranno nelle prossime ore per ottenere l’incoronazione e iniziare la corsa per la Regione.
IL POST DI BARILLARI: “IO ISOLATO E CONTRASTATO”
Comunque andranno le cose a livello elettorale, resteranno sicuramente i segni dell’ennesimo scontro interno. Nel suo post su Facebook, Barillari, un tempo considerato un fedelissimo di Grillo e Casaleggio, è stato molto duro. Rispetto al “libro bianco della salute 2018”, un progetto a cui sta lavorando dall’inizio del suo mandato, l’ex candidato pentastellato ha denunciato di essere stato “lasciato solo, isolato e contrastato, proprio perché qualcuno ne ha compreso l’importanza e forse per invidia o gelosia, o magari semplice stupidità, ha cercato non solo di rallentarlo ma anche di bloccarlo”. Poi ha fatto i nomi: “C’e’ chi ha remato contro, come la Corrado, che grazie all’alleanza con la Pernarella, attuale capogruppo, minacciava addirittura di togliere al progetto Libro Bianco il logo del M5s” e a lavorare “ad un ‘progetto alternativo’ grazie alle complicità di un sedicente tavolo sanità regionale e alla compiacenza della Corrado”. Il primo commento al post è della collega consigliera regionale Silvana Denicolò: “Ma come ti permetti Davide? Ora la misura è veramente colma! Sai dire qualcos’altro oltre che io, io, io???”. Va detto che, al di là delle possibili correnti interne, Barillari in questi mesi è stato un po’ isolato dal gruppo anche a causa di un uso un po’ fuori le righe dei social network – caratteristica non comune agli eletti pentastellati – con alcune gaffe che gli hanno attirato ironie anche interne, come l’attacco al governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, in calce a una lamentela di una terremotata di Castelluccio di Norcia, comune dell’Umbria, il retweet a un link del sito satirico Lercio, o la pubblica esultanza per i 95 euro guadagnati dalla vendita del suo libro. Questa volta, però, l’uscita social a suo dire ha un background molto più profondo: “Non e’ affatto uno sfogo o una boutade – ribadisce a ilfattoquotidiano.it – ma la descrizione reale di quello che sta accadendo. E’ giusto che si sappia che il gruppo ha avuto dei problemi, e a questo punto devo pensare che erano creati a tavolino. Ho ancora fiducia nel M5s, non è malato e, anzi, vorrei essere ascoltato dai probiviri (che potrebbero aprire un’azione disciplinare nei suoi confronti, ndr) per portare documentazione dettagliata su quello che affermo”.
VALENTINA CORRADO: “BARILLARI PRESENTI PROVE, A LUI SOLO CONSIGLI”
La situazione è tesissima. A rischio, in realtà, non sono le Regionarie, che a meno di sorprese dovrebbero vedere stravincere la deputata “ortodossa” Roberta Lombardi – a sua volta ripresa nelle scorse settimane per aver mandato qualche frecciata nei confronti della nemica Virginia Raggi – ma la tenuta di una parte del Movimento che non aveva finora dato grossi problemi, portando i vertici nazionali a concentrarsi soprattutto sulla Sicilia. Valentina Corrado, la consigliera tirata in ballo da Barillari, a ilfattoquotidiano.it si dice “addolorata e infastidita”. “Ora basta con queste accuse senza uno straccio di prove – afferma – io e Davide siamo due consiglieri, abbiamo le stesse armi istituzionali, gli stessi poteri, nemmeno a dire che stiamo su due piani istituzionali diversi. Come lo avrei boicottato? Gli ho per caso legato le mani? Se poi si è offeso quando gli ho fatto notare che alcuni suoi atti non erano corretti sul fronte formale e contabile, peggio per lui, ognuno si prende le sue responsabilità”. Per quanto riguarda la vicenda dell’email di Fucci, “ribadisco la mia estraneità ai fatti – dice – io non ho chiesto alcun endorsement e a quanto ne so anche Fabio non ha scritto quell’email. E’ stata una cavolata in buona fede fatta dagli attivisti, ma, seppur grave è stata appunto una leggerezza”. Un’altra delle consigliere laziali tirate in ballo da Barillari, Gaia Pernarella – attuale capogruppo – prova a richiamare l’ordine. “Ora basta. Portare avanti azioni infamanti e denigratorie senza addurre uno straccio di prove, dare in pasto al gossip giornalistico chat private tra portavoce, endorsement televisivi o tra attivisti, sono pratiche estranee al metodo che ci siamo prefissati, e che hanno come unico risultato quello di creare danno al Movimento e a chi veramente crede in questo progetto”.