La legge Severino ignorata alle elezioni regionali in Sicilia. Non si tratta del caso dei candidati cosiddetti impresentabili, ma di un intoppo burocratico che potrebbe anche costare caro. Nei modelli di accettazione delle candidature stampati dall’Ufficio elettorale regionale dal Dipartimento Autonomie Locali, infatti, non viene mai citatala legge Severino. Peccato che il riferimento alla norma approvata nel 2012 sia obbligatorio per chiunque sottoscriva l’accettazione della propria candidatura a qualsiasi elezione. Con l’autocertificazione si dichiara di non trovarsi nelle condizioni di incandidabilità previste dalla legge Severino: cioè di non aver compiuto nessuno dei reati previsti dalla norma anticorruzione.
Nei moduli distribuiti, al contrario, si fa riferimento alla legge regionale numero 29 del 1951, superata proprio dalla legge Severino, che all’articolo 14 sottolinea come le norme sull’incandidabilità si applicano anche alle Regioni a statuto speciale. In pratica il riferimento alla norma che prende il nome dell’ex guardasigilli serviva a non far decadere tutte le candidature accolte finora con il Modello Nr5.
“I moduli di accettazione dei candidati sono conformi alla legge regionale 29 del ’51, noi siamo in Sicilia e dunque applichiamo la nostra norma. Dunque i moduli sono quelli e non si toccano“, diceva l’ufficio elettorale della Regione Siciliana all’Ansa. “Il fatto che non ci siano riferimenti alla legge Severino – aggiungevano non significa che le norme nazionali non si applichino in Sicilia. Non potevamo fare riferimento che alla norma regionale anche se non è stata adeguata alla legge Severino”.
Ma le candidature in questo modo saranno valide? Su questo l’ufficio elettorale non commenta: “I moduli non si presentano alla Regione ma nei Tribunali, saranno loro a decidere”. A cinque giorni dalla chiusura delle liste, quindi, è arrivato anche un esposto sulla vicenda. È stato consegnato dalla procura di Messina il 9 ottobre scorso da Lucia Pinsone, candidata alla presidenza di un piccolo movimento: “Non ci stupiremo – dice – di vedere impugnare il risultato delle regionali a cose fatte a causa di questa, diciamo, dimenticanza, qualo
di Elisa Fiore