Trento, sindaco di Sover copia il Mein Kampf per un editoriale: “Frasi usate a mia insaputa”

Il primo cittadino si è giustificato dicendo che l'italiano non è il suo forte: "Ho affidato alcuni appunti con il mio pensiero a un giovane collaboratore che, forse credendo di rafforzare il mio pensiero, ha utilizzato quelle frasi”

Ha dichiarato che prende le distanze dall’opera di Adolf Hitler e che, soprattutto, è stata un’idea di un suo collaboratore. Il sindaco di Sover, Carlo Battisti, si è difeso dicendo che se alcuni passaggi del suo editoriale pubblicato su “Pine-Sover notizie” ad agosto scorso sono ripresi dal Mein Kampf, è stato fatto tutto “a sua insaputa: ”Ho frequentato le scuole dell’obbligo e l’italiano non è il mio forte; così ho affidato alcuni appunti con il mio pensiero a un giovane collaboratore, che, forse credendo di rafforzare il mio pensiero, ha utilizzato quelle frasi a mia insaputa”. E ha concluso: “Dall’opera di Adolf Hitler prendo ovviamente le distanze con una preghiera ai giornali di non farmi troppo male”.

L’articolo aveva come obiettivo quello di fare una difesa appassionata del ruolo dei Comuni (anche di fronte alle fusioni) e per dare più energia al suo pensiero Battisti, ha inserito anche alcuni passaggi appunto tratti dal Mein Kamp. Un copia incolla di alcune frasi contenute nel secondo capitolo dell’opera, con la sostituzione di qualche parola (”Comune” al posto di “Stato”, “famiglia” al posto di “donna”) per adattare il pensiero del Führer alla realtà del piccolo Comune trentino alle prese con accorpamenti e gestioni associate.

L’editoriale è stato pubblicato su “Pine-Sover notizie” nell’agosto 2017 (presente sul sito internet del Comune di Pine) ma solo nei giorni scorsi il “copia incolla” è arrivato all’attenzione del Trentino che ha verificato la corrispondenza dei passaggi incriminati con una copia cartacea del Mein Kampf. Battisti, artigiano di fede autonomista, decisamente imbarazzato, non ha provato nemmeno a giustificarsi ma si è limitato a spiegare semplicemente come è andata. Non è la prima volta che un autonomista scivola sui simboli della destra nazi-fascista. Per colpa del saluto romano e del bacio al Duce Carlo Pedergnana dovette rinunciare alla presidenza delle Stelle Alpine.