Una guerra senza esclusione di colpi tra le diverse mozioni mette a rischio la tenuta del partito anche nei circoli dove un tempo era più forte. La segreteria nazionale ha istituito una commissione ad hoc per fare verifiche
Accuse di tesseramento gonfiato, attacchi e offese quotidiani, critiche al rapporto troppo stretto tra il partito e le cooperative e ricorsi alla commissione di garanzia. Il congresso del Pd di Bologna, con le votazioni che si aprono oggi nei circoli, è ormai una guerra senza esclusione di colpi e la segreteria nazionale ha istituito una commissione ad hoc per fare delle verifiche. In campo tre candidati: il segretario provinciale uscente, l’orlandiano Francesco Critelli, sostenuto da gran parte della federazione, e i renziani Luca Rizzo Nervo – ex assessore del sindaco Virginio Merola (orlandiano) che lo sostiene – e Piergiorgio Licciardello.
Lo scontro tra le mozioni è iniziato subito con toni incredibilmente accesi, mai visti prima, come ripetono increduli nelle stanze del Pd e nei circoli. Inutili i ripetuti richiami alla moderazione da parte dei vertici nazionali e regionali. Poi sono iniziate le accuse di tesseramenti gonfiati. Prima la denuncia da parte di un circolo dell’arrivo di otto donne russe in due giorni che volevano iscriversi al Pd. Poi l’accusa di tesseramenti “sotto quota”, con il pagamento di una cifra inferiore a quella prevista. Ma erano solo avvisaglie della bomba scoppiata questa settimana. A dare fuoco alle polveri il sindaco che ha lanciato l’allarme: “Attenzione, ho visto molti congressi e qui vedo tanti nuovi iscritti delle mie origini. Spero i giochi siano leali”. Il primo cittadino è di origini meridionali, così come il segretario Critelli che è di Catanzaro. Ma nessuna accusa è stata formulata in modo palese verso la federazione. “Merola razzista, chieda scusa” si è arrabbiato il deputato Ernesto Carbone mentre il segretario regionale Paolo Calvano ha richiamato il sindaco, chiedendogli “di lavorare per l’unità del partito”.
I problemi sui tesseramenti, però, ci sono eccome e sono diversi i circoli sotto esame della commissione di garanzia. Ci sono segretari di sezione che riferiscono che gli iscritti sono aumentati di 100 unità in poche ore. Come è accaduto al circolo Galvani (quello che fu di Prodi): 101 iscritti in un battibaleno, un fatto che ha spinto la commissione di garanzia a convocare tutti i nuovi tesserati dal 25 settembre in poi. Un exploit di nuovi dem anche in sezioni poco frequentate, come quella del circolo Belle Arti. E poi cognomi che si ripetono e fanno capire che ci sono interi gruppi familiari tesserati e decine di ultracentenari nell’anagrafe degli iscritti. Martedì scorso la commissione ha respinto il primo ricorso, quello sui tesseramenti sottocosto, presentato dal candidato Rizzo Nervo. Che non si arrende e ieri si è appellato alla commissione di garanzia regionale contro il pronunciamento del provinciale. Chiede la sospensione della consultazione bolognese, in attesa di verifiche definitive sulla platea dei tesserati. Ma le segnalazioni da vagliare sono tante.
Rizzo Nervo, intanto, sfida i concorrenti a sottoscrivere un codice etico per salvaguardare il Pd e la politica da possibili infiltrazioni mafiose: “Mi impegno e chiedo agli altri candidati un impegno di trasparenza in tal senso”. Per il responsabile dell’organizzazione di Bologna, Alberto Aitini, invece “è tutto regolare” e si tratterebbe solo di “tentativi di strumentalizzazione da parte di chi teme l’esito del congresso” ma intanto l’area Rizzo Nervo ha messo in dubbio anche il tesseramento 2016, su cui è stata conteggiata la percentuale dei delegati di ogni circolo che in assemblea eleggeranno il segretario provinciale. “E’ ora di darsi una calmata e abbassare i toni – interviene l’altro candidato renziano, Licciardello, tentando di riportare i dem alla ragione – , se ci sono questioni da verificare lo faranno gli organismi appositi, cominciano i congressi: dobbiamo parlare di politica”. “I problemi sul tesseramento, soprattutto i casi più gravi, vanno risolti prima che si entri nel vivo del congresso: la settimana prossima. Sarebbe bene che arrivasse una risposta nazionale e regionale entro quel periodo” avverte la deputata bolognese Donata Lenzi che non esclude saltino fuori altre anomalie ma aggiunge: “Non credo però che la federazione bolognese possa venire commissariata”. Un’ipotesi scartata anche dal deputato bolognese orlandiano Andrea De Maria: “Si evocano scenari che sarebbero distruttivi. Commissariamenti e persino scissioni. Sono drammatizzazioni: si dia la parola agli iscritti e poi davvero si vada avanti insieme”. “Basta con le polemiche” gli fa eco il deputato Gianluca Benamati. A loro risponde la senatrice renziana Francesca Puglisi: “Per il rispetto che abbiamo per iscritti e elettori del Pd è necessario approfondire le anomalie rilevate nel tesseramento. Anche gli onorevoli De Maria e Beneamati dovrebbero avere a cuore questo”.