Ecco l'incipit dell'articolo che l'autore di "Eskimo" e di tanti altri brani che hanno immortalato un'epoca ha scritto per il numero di ottobre del mensile del Fatto, dedicato ai cinquant'anni dal 1968
Ho partecipato al ’68 ma fino a un certo punto. La maggior parte dei ragazzi che vi prese parte aveva diciotto, diciannove, venti anni, mentre io ne avevo già ventotto e quindi vivevo una dimensione diversa. Ho vissuto anche io quegli anni, ho sentito anch’io quelle atmosfere di cambiamento, di ribellione. La Locomotiva, per esempio, nasce da quel tipo di fermento culturale. Anche se ricordo bene che almeno per me la formazione per così dire “politica” di protesta avvenne prima del 1968. In molti mi hanno chiesto perché Folk Beat n.1, il mio primo album che uscì nel marzo del 1967, quello con Auschwitz, Statale 17, Il sociale e l’antisociale, non fosse completamente immerso nella realtà della protesta di quei mesi. Io rispondo sempre che anche se in quell’album la dimensione politica non manca, le canzoni sono un’altra cosa e che per me i testi e la poesia nacquero soprattutto da quello che avevo vissuto in precedenza rispetto al 1967.
(L’articolo completo di Francesco Guccini si trova sul mensile FqMillenniuM attualmente in edicola, dedicato ai 50 anni dal ’68)