“Ricatto al Senato contro la legge che tutela chi denuncia i corrotti“. A denunciarlo sono Giovanni Endrizzi, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, e Vito Crimi, senatore pentastellato, nel giorno in cui a Palazzo Madama sono in discussione le disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato.
Al provvedimento, che ha già avuto l’ok dalla Camera, sono state presentate 65 proposte emendative. Ma, scrivono gli esponenti del movimento, “dopo il fallito blitz di ieri con Forza Italia e Lega che hanno cercato di rinviare la legge in Commissione, oggi con il voto di Pd–Lega–Forza Italia-Alfano e Ala di Verdini, l’Aula ha sospeso le votazioni degli emendamenti alle 12.30″. Eppure “i lavori d’aula erano previsti fino alle 14. La scusa? Alle 14 c’è un ufficio di presidenza e bisogna prepararsi… “. L’obiettiv, secondo l’M5S, è “affossare la legge”.
Infatti “se entro martedì pomeriggio non si voteranno tutti gli emendamenti e si approverà legge, si rischia uno stop per l’inizio della sessione di bilancio e la legge elettorale. Uno stop che significherà l’affossamento definitivo per una legge richiesta da Anac, associazioni come Transparency International e Riparte il Futuro e oltre 60mila cittadini che hanno firmato la petizione online. Se non è cosi lo dimostrino con i fatti. Martedì il Senato approvi la legge sul whistleblowing in modo che la Camera abbia tutto il tempo di dare il via libero definitivo”, concludono Endrizzi e Crimi.