NICO, 1988 di Susanna Nicchiarelli, con Trine Dyrholm, John Gordon Sinclair, Thomas Trabacchi. Italia/Belgio 2017. Durata: 93’. Voto 3/5 (AMP)
Tra Nico e la sua “Icon”, Susanna Nicchiarelli ha scelto Christa Päffgen, come da anagrafe della leggendaria sacerdotessa delle tenebre scomparsa 29 anni fa. Non a caso il suo biopic s’intitola Nico, 1988, anno della sua fine ma anche della vigilia di una nuova era per la sua Berlino, per l’Europa tutta. Film vincitore nonché d’apertura della sezione Orizzonti, il terzo lungometraggio della regista romana è un intenso viaggio nell’anima e nella musica di una donna complessa, finalmente “liberata” dal peso di una bellezza assoluta. A dare volto e corpo con rara intensità – e bravura specie nell’interpretazione di tutte le canzoni presenti nel film – è l’attrice danese Trine Dryholm, già musa di Thomas Vinterberg, performer a tutto tondo su scala mondiale. Seguendo il proprio metodo ma anche le indicazioni precise della regista che l’ha voluta in prima opzione su chiunque, Dryholm ha scelto la via di una interpretazione “sensoriale” di Nico, osservandola fisicamente ma introiettandola attraverso la propria immaginazione, dunque allontanandosi dalla restituzione mimetica. D’altra parte in un film che aspira alla libertà/liberazione dalle convenzioni, era coerente che regista e attrice si lasciassero più guidare dall’ispirazione profonda dell’arte di questa donna che non farsi (co)stringere all’interno di imitazioni, date e cifre. Per questo, a parte il mitico concerto illegale avvenuto di Praga, molti elementi e personaggi mostrati sono stati leggermente modificati a fini drammaturgici, “d’altra parte è un film di finzione non un documentario” osserva Nicchiarelli.