40 SONO I NUOVI 20 di Hallie Meyers-Shyer. Con Reese Whiterspoon, Pico Alexander, Nat Wolff. Usa, 2017. Durata: 96’. Voto 1/5 (DT)
La vita di Alice, mammina appena tornata single, e di ritorno a Los Angeles, cozza con gli effluvi tossici di una serata in discoteca di tre ragazzotti registi che hanno appena venduto il proprio corto come lungometraggio a un grande producer. Uno dei tre si invaghisce di Alice, ci finisce a letto a casa di lei, mentre gli altri due amici si addormentano con le amiche di lei sul divano. Al risveglio i tre si accorgono che Alice è figlia di un grande regista del passato che ha pure vinto un Oscar. Gridolini, smorfiette, mossette, 40 sono i nuovi 20 (in originale Home again) è un film dalla consistenza drammaturgica impalpabile, abbarbicato su un loop temporale e narrativo di una stessa scena che si ripete all’infinito, con un unico filtro luci che illumina a giorno qualsiasi spazio lindo e pulito del set. Pudico in materia di sesso come una recita parrocchiale lo script nemmeno sfiora il tema del percorso accidentato del successo dei tre tizi. Questi sembrano più attenti a mostrare camicie e pettinature alla moda che a trasmettere il tocco lieve di maschietti sagaci da commedia sentimentale. La regista è figlia di Nancy Meyers (Tutto può succedere) e conferma l’assioma che la tradizione familiare è più un facile ripiego che una conferma genetica. Da fucilazione John Debney che deve aver composto la colonna sonora con l’odiosa diamonica Bontempi.