Diritti

Ius soli, i sostenitori della riforma in piazza per il Cittadinanza Day: “Senato sia responsabile e voti subito la riforma” – FOTO

A due anni dall'approvazione della Camera, i cittadini tornano in piazza Montecitorio per chiedere al Parlamento diapprovare la legge che darebbe la cittadinanza italiana a 800mila bambini e ragazzi che in Italia sono nati e cresciuti. Al flash mob hanno partecipato anche i Radicali, Sinistra Italiana, Campo Progressista e i sindacati Cgil, Cisl e Uil

“C’hai ragione nun so’ italiano, io so’ nato a Roma e so’ romano“. Probabilmente due anni fa – quando, il 13 ottobre 2015, la legge sullo ius soli è stata approvata alla Camera – i sostenitori della riforma pensavano che oggi avrebbero già festeggiato. Probabilmente pensavano che due anni fossero un tempo sufficiente per discutere la legge al Senato e darle il via libero definitivo. E invece oggi, 13 ottobre 2017, si sono ritrovati di nuovo in piazza, tra slogan e manifesti, per il Cittadinanza Day. Per tornare a sollecitare il Parlamento ad approvare la legge che darebbe la cittadinanza italiana a 800mila bambini e ragazzi che in Italia sono nati e cresciuti.

Il flash mob principale – a cui se ne sono aggiunti altri, come quello di Firenze indetto dalla Cgil – è quello di piazza Montecitorio a Roma, proprio davanti al Parlamento, per ribadire la necessità di un voto immediato. A gridare slogan – “Ius soli o ius sola?”, “Te lo dico anche in latino, io qui sono cittadino”, i più gettonati – e a spiegare le ragioni della mobilitazione ci sono soprattutto insegnanti, genitori e alunni, italiani e stranieri. Tanti sono i colori di striscioni e magliette, ma a prevalere sono il rosso-bianco-verde della bandiera italiana. Sulle t-shirt campeggia l’hashtag del movimento #Italianisenzacittadinanza, promotore della giornata insieme alla campagna “L’Italia sono anch’io”.

In piazza Montecitorio si sono ritrovati anche i Radicali Italiani, con la storica leader Emma Bonino e con il senatore Luigi Manconi, promotore dello sciopero della fame a staffetta per sollecitare la discussione della legge, che in pochi giorni ha raccolto 1200 adesioni. “We have a dream, con speranza, con fiducia, con determinazione, con non violenza ce la faremo”, ha detto Bonino in piazza Montecitorio. “Più vi trattano male, più sorridete: è l’unica cosa che li mette in imbarazzo. Conquistare diritti con i correlati doveri è stato sempre difficile in questo Paese e dappertutto – ha continuato la leader dei Radicali – Non ci dobbiamo spaventare, dobbiamo continuare con non violenza e con speranza“. Presenti al flash mob romano anche David Sassoli, europarlamentare Pd, Sinistra Italiana con la capogruppo al Senato Loredana De Petris, Campo Progressista e i sindacati Cgil, Cisl e Uil.

L’appello di #Italianisenzacittadinanza e “L’Italia sono anch’io” è rivolto a Senato e Governo, che “devono dimostrare senso di responsabilità verso i bambini e le bambine che crescono in Italia, votando immediatamente la riforma”, e al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che “ha recentemente definito quella sulla cittadinanza una riforma di civiltà, impegnandosi ad approvarla entro l’autunno”. Il ddl, va ricordato, non è stato calendarizzato dal Senato e la discussione della riforma è stata rimandata “a data da definirsi”: di fatto la legge è stata affossata.

“Pensare di non approvare la legge sullo ius soli perché si va in campagna elettorale è un grande errore politico, un errore di subalternità della politica”, ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini incontrando gli organizzatori del Cittadinanza Day. “Non siamo di fronte ad una legge che prevede che chi nasce qui è italiano, non è una legge per fare una sanatoria, ma per includere chi di fatto è già in questo Paese”, ha spiegato Boldrini, precisando che lei avrebbe preferito “un testo diverso“, ma che questo è pur sempre “un inizio”.

Sul tema è intervenuta anche la senatrice a vita Elena Cattaneo. “Anticipo qui la mia intenzione di votare sì in Aula – ha detto la biologa in occasione del flash mob – Credo che, al di là di ogni aspetto in astratto migliorabile del disegno di legge, sia ora essenziale consentire al Paese di dotarsi di una disciplina che riconosca come italiani i giovanissimi che da noi studiano e si formano, senza costringerli in un limbo burocratico che si trascina fino alla maggiore età. Non esiste un momento sbagliato, quando c’è la possibilità di fare una cosa giusta“.