In primavera c'era stato anche un primo tentativo concreto con una serie di emendamenti alla manovra economica correttiva. Il colpo di mano non andò a buon fine perché già allora ci fu chi opponendosi disse che era un'operazione troppo sfacciata a favore della potente lobby del gioco, contraria a ogni regola europea in tema di concessioni
La premura del governo verso Lottomatica si arricchisce di un altro, fondamentale passaggio: l’allungamento della concessione del Gratta e Vinci per altri 9 anni. Cioè i popolarissimi “grattini” che si trovano ovunque, dai bar alle tabaccherie, e che sono il fiore più prezioso del bouquet di giochi offerti da Lottomatica, la più grande azienda nazionale del gioco d’azzardo che da qualche tempo è diventata Igt-International game technology. Il Gratta e vinci garantisce le maggiori entrate: quasi 6 miliardi di euro da gennaio ad agosto 2017, con un incremento dello 0,8 per cento sull’anno precedente. Il Gratta e vinci ha surclassato perfino il vecchio e tradizionale Lotto che nello stesso periodo ha incassato molto meno, circa 4 miliardi e 600 milioni, ma che soprattutto ha avuto una flessisone di quasi il 7 per cento sul 2016. Staccati di parecchio gli altri giochi di Lottomatica: Vlt (Videoslot) 2,7 miliardi di euro nei primi sei mesi dell’anno, slot 1,9 miliardi, scommesse 483 milioni, on line 881 milioni.
Sono mesi che nei palazzi romani circola l’indiscrezione che la concessione per il Gratta e Vinci in scadenza nel 2018 sarebbe stata rinnovata senza gara a Lottomatica. In primavera c’era stato anche un primo tentativo concreto del governo di confezionare il regalo con una serie di emendamenti alla manovra economica correttiva. Il colpo di mano non andò a buon fine perché già allora ci fu chi opponendosi disse che era un’operazione troppo sfacciata a favore della potente lobby del gioco, contraria a ogni regola europea in tema di concessioni. Ora ci risiamo: la proroga della concessione senza gara e per di più alle stesse condizioni di 9 anni fa, cioè con il pagamento di 800 milioni di euro, è contenuta nel decreto fiscale che è la parte iniziale e propedeutica della prossima Legge di Stabilità.
Immediatamente sono rivolate le proteste, soprattutto dei 5 Stelle, ma anche di altri, come Paola Binetti, parlamentare da 11 anni, ora deputato dell’Unione di Centro. Secondo Binetti sulla faccenda della proroga della concessione a Lottomatica il “governo è recidivo”. Per il senatore 5 Stelle Giovanni Endrizzi con la proroga del Gratta e vinci il governo “conferma il rapporto privilegiato” che lo lega alla lobby Lottomatica. Mentre il deputato Matteo Mantero, sempre 5 Stelle, denuncia la gravità del “rinnovo senza gara”. Perfino all’interno del governo è percepibile l’imbarazzo per una decisione che sa di regalìa. L’esecutivo stesso può giustificarsi sostenendo di aver bisogno di soldi freschi per preparare la manovra economica e che Lottomatica è in grado di garantirglieli. Ma è una giustificazione zoppa perché prima di tutto non tiene conto delle prevedibili reazioni da parte della Comunità Europea che impone le gare quando di mezzo ci sono i rinnovi delle concessioni. E poi perché l’espletamento di una gara avrebbe potuto garantire allo Stato entrate forse superiori di quelle sborsate da Lottomatica essendo il Gratta e vinci una lotteria istantanea molto popolare e profittevole la cui gestione interessa a molti soggetti del settore giochi nel mondo.
Il rapporto tra il gruppo della famiglia Drago-Boroli e il governo è curato in particolare da Giuliano Frosini, un lobbista di grande esperienza, che è allo stesso tempo consigliere di amministrazione delle Fs. In passato Frosini è stato il consigliere di Antonio Bassolino e ora fa parte di quel panel di professionisti scelti e coordinati dall’ex dalemiano Claudio Velardi che tiene un corso di lobbismo all’università napoletana Suor Orsola Benincasa. Alcuni giorni fa il nome di Frosini campeggiava nel novero ristretto di relatori scelti per un convegno sull’antiriciclaggio che ha destato qualche sorpresa sia per la sede dell’evento, la Camera dei deputati, sia per il promotore: la Fondazione Eyu presieduta dal tesoriere Pd, Francesco Bonifazi. Tra i partecipanti Ettore Rosato, presidente del gruppo Pd alla Camera, e il presidente Pd della Commissione Finanze, Maurizio Bernardo.