“Rosatellum bis? Ho parlato di ‘Fascistellum’, per il modo in cui hanno imposto la legge: con il ricatto a un Parlamento che non voleva approvarla. C’è un ricatto sotterraneo, del tipo “o la voti o non ti ricandidi” e un ricatto esplicito, del tipo “o la voti o cade il governo””. Così, a Otto e Mezzo (La7), il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, spiega la sua contrarietà al Rosatellum bis, in un dibattito col critico d’arte Vittorio Sgarbi e la vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elisabetta Gualmini (Pd), con la quale ha un vivace vis-à-vis. “Dato che questa non è una legge del governo” – continua Travaglio – “non si può mettere la fiducia sul governo. Peraltro, non si può mettere la fiducia sulle legge elettorale, come dicono la Costituzione e il regolamento della Camera e del Senato”. Gualmini ribatte che ci sono stati precedenti sulla fiducia posta alla legge elettorale. “Se uno ha sbagliato altre volte, non è detto che debba sbagliare sempre” – replica il giornalista – “Fascistellum non vuol dire che sono dei fascisti, ma dei fascistelli, dei teppistelli istituzionali che non rispettano le regole che essi stessi si sono dati per fare una legge che sistema gli affari privati di Renzi, Alfano, Berlusconi e Salvini. E sono affari legati al momento di oggi”. E spiega: “Perché c’è stato l’Italicum con il premio di maggioranza al 40%? Perché quella legge elettorale fotografava il Pd che aveva preso il 40,8% alle europee, cioè il Pd di Renzi trionfante. Questa invece è la legge che fotografa il Renzi sfigato. Cioè il Renzi che, se non si coalizza con qualcuno, non supera nemmeno il 25%. Ecco perché improvvisamente hanno scoperto le coalizioni. Il problema è che con questo sistema avremo coalizioni finte“. “Ma questo è il sistema proporzionale che voi da tempo perorate”, obietta Gualmini. “Veramente io sono per il sistema francese” – controbatte Travaglio – “quindi non so a quale ‘voi’ si riferisce. Noi avremo delle coalizioni finte e variabili, cioè in alcune ci può essere Alfano alleato col centrosinistra che appoggia il candidato del Pd e in altre, ad esempio a Rovigo, potremo avere Alfano alleato col centrodestra che appoggia uno di Forza Italia, perché non sono obbligati a fare una coalizione nazionale. Sono coalizioni che si formano collegio per collegio”. E chiosa: “I partitini che si formeranno anche a livello locale si venderanno al migliore offerente. In più, queste coalizioni, il giorno dopo le elezioni, si saluteranno, perché già sappiamo che questo sistema non darà a nessun schieramento il 51%, men che meno al M5S che non si allea con nessuno. E quindi Renzi e Berlusconi, dopo la finta campagna elettorale, la sera delle elezioni salutano i loro rispettivi alleati e si mettono insieme. Una roba inaccettabile“