Vis-à-vis serrato a Otto e Mezzo (La7) tra Marta Fana, ricercatrice in economia presso l’istituto di studi politici di Sciences Po a Parigi e collaboratrice de Il Fatto Quotidiano, e Alessandra Del Boca, professoressa ordinaria di Politica economica all’Università di Brescia. Il dibattito, a cui partecipa l’ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini, è l’occasione per mettere a confronto i libri delle due economiste: da un lato, “Non è lavoro, è sfruttamento” (ed. Laterza) di Marta Fana, dall’altro “L’ inganno generazionale. Il falso mito del conflitto per il lavoro” (Università Bocconi Editore), scritto da Alessandra Del Boca e da Antonietta Mundo. La docente di Politica economica asserisce che in Italia ci sono molti posti di lavoro vacanti e loda il Jobs Act: “Io lo vedo come un vantaggio e una cosa positiva per il mondo del lavoro. C’è maggiore mobilità del lavoro e vedo che oggettivamente si sono creati posti di lavoro. Non credo affatto che si siano persi per strada molti diritti. Penso proprio di no”. Marta Fana obietta: “Veramente abbiamo perso l’unica vera e reale tutela all’interno del mondo del lavoro, ovvero la possibilità di avere il diritto a un lavoro nel caso di licenziamento illegittimo. E’ l’art. 18. Poi se ne può discutere, ma è evidente. Con il Jobs Act si è registrata una esplosione del lavoro a chiamata, è stata depenalizzata la somministrazione illecita di manodopera e in un anno quegli illeciti sono aumentati del 273%. Oltre alla liberalizzazione del 2001 con il decreto 368 di Sacconi sul tempo determinato” – continua – “oggi ci ritroviamo che, finiti gli sgravi, è aumentato il lavoro a termine con tanti elementi di sotto-occupazione, perché abbiamo una incidenza elevatissima del part-time involontario. E qual è la qualità del lavoro? Eurofound dice che, dopo la Romania, siamo il Paese in Europa con il più alto tasso dei poveri che lavorano. Oggi devo fare due o tre lavoretti per raggiungere 1000 euro al mese. Fino a 10 anni fa parlavamo di ‘generazione 1000 euro’, ora diciamo ‘generazione 350 euro’, con esplosione di tirocini avallati dalla politica. Basti pensare anche all’alternanza scuola-lavoro e al lavoro gratuito. Quindi, non è vero che col Jobs Act non ci sia stato un impatto sui diritti”. Del Boca non ci sta: “Per l’impresa è aumentata la certezza del diritto, nel momento in cui un rapporto di lavoro deve essere concluso. E questo ha permesso di assumere e di licenziare”. “Quella non è certezza del diritto” – replica Fana – “ma certezza dei costi per le aziende”. “Prima, per una causa di lavoro, una impresa per 7 anni doveva stare incerta”, ribatte Del Boca. “Anche i lavoratori” – puntualizza la ricercatrice – “Non è lo stesso problema, mi scusi?”. “Lo capisco” – risponde la docente – “ma quello che accadeva prima del Jobs Act aveva un impatto serio sull’attività economica. Ora invece abbiamo un impatto positivo e continueremo ad averlo”. Nel finale, Marta Fana chiede lumi ad Alessandra Del Boca sulle sue parole entusiastiche riguardanti la maggiore mobilità del lavoro. Si registra un piccolo battibecco e Del Boca precisa: “Ho scritto questo libro con Antonietta Mundo letteralmente per mettere me stessa al servizio di un milione e 300mila giovani che non trovano lavoro“. “Sembra una minaccia“, commenta ironicamente Marta Fana
La7 - 15 Ottobre 2017
Jobs Act, confronto Marta Fana vs Alessandra Del Boca. “Disastroso impatto sui diritti”. “Non è vero”
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Vis-à-vis serrato a Otto e Mezzo (La7) tra Marta Fana, ricercatrice in economia presso l’istituto di studi politici di Sciences Po a Parigi e collaboratrice de Il Fatto Quotidiano, e Alessandra Del Boca, professoressa ordinaria di Politica economica all’Università di Brescia. Il dibattito, a cui partecipa l’ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini, è l’occasione per mettere a confronto i libri delle due economiste: da un lato, “Non è lavoro, è sfruttamento” (ed. Laterza) di Marta Fana, dall’altro “L’ inganno generazionale. Il falso mito del conflitto per il lavoro” (Università Bocconi Editore), scritto da Alessandra Del Boca e da Antonietta Mundo. La docente di Politica economica asserisce che in Italia ci sono molti posti di lavoro vacanti e loda il Jobs Act: “Io lo vedo come un vantaggio e una cosa positiva per il mondo del lavoro. C’è maggiore mobilità del lavoro e vedo che oggettivamente si sono creati posti di lavoro. Non credo affatto che si siano persi per strada molti diritti. Penso proprio di no”. Marta Fana obietta: “Veramente abbiamo perso l’unica vera e reale tutela all’interno del mondo del lavoro, ovvero la possibilità di avere il diritto a un lavoro nel caso di licenziamento illegittimo. E’ l’art. 18. Poi se ne può discutere, ma è evidente. Con il Jobs Act si è registrata una esplosione del lavoro a chiamata, è stata depenalizzata la somministrazione illecita di manodopera e in un anno quegli illeciti sono aumentati del 273%. Oltre alla liberalizzazione del 2001 con il decreto 368 di Sacconi sul tempo determinato” – continua – “oggi ci ritroviamo che, finiti gli sgravi, è aumentato il lavoro a termine con tanti elementi di sotto-occupazione, perché abbiamo una incidenza elevatissima del part-time involontario. E qual è la qualità del lavoro? Eurofound dice che, dopo la Romania, siamo il Paese in Europa con il più alto tasso dei poveri che lavorano. Oggi devo fare due o tre lavoretti per raggiungere 1000 euro al mese. Fino a 10 anni fa parlavamo di ‘generazione 1000 euro’, ora diciamo ‘generazione 350 euro’, con esplosione di tirocini avallati dalla politica. Basti pensare anche all’alternanza scuola-lavoro e al lavoro gratuito. Quindi, non è vero che col Jobs Act non ci sia stato un impatto sui diritti”. Del Boca non ci sta: “Per l’impresa è aumentata la certezza del diritto, nel momento in cui un rapporto di lavoro deve essere concluso. E questo ha permesso di assumere e di licenziare”. “Quella non è certezza del diritto” – replica Fana – “ma certezza dei costi per le aziende”. “Prima, per una causa di lavoro, una impresa per 7 anni doveva stare incerta”, ribatte Del Boca. “Anche i lavoratori” – puntualizza la ricercatrice – “Non è lo stesso problema, mi scusi?”. “Lo capisco” – risponde la docente – “ma quello che accadeva prima del Jobs Act aveva un impatto serio sull’attività economica. Ora invece abbiamo un impatto positivo e continueremo ad averlo”. Nel finale, Marta Fana chiede lumi ad Alessandra Del Boca sulle sue parole entusiastiche riguardanti la maggiore mobilità del lavoro. Si registra un piccolo battibecco e Del Boca precisa: “Ho scritto questo libro con Antonietta Mundo letteralmente per mettere me stessa al servizio di un milione e 300mila giovani che non trovano lavoro“. “Sembra una minaccia“, commenta ironicamente Marta Fana
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Civitavecchia, 20 gen. - (Adnkronos) - Procedono spediti i lavori di realizzazione del prolungamento dell'antemurale Cristoforo Colombo che vedrà la diga foranea del Porto di Civitavecchia estendersi per ulteriori 400 metri in direzione nord ovest.
Sono in corso i lavori di realizzazione dello scanno di imbasamento (dove poggeranno i cassoni in calcestruzzo) con lo sversamento in mare del nucleo della scogliera costituita da massi di pezzatura ricompresa tra i 5 e i 1000 Kg. A breve verrà avviata la prefabbricazione dei cassoni in cls costituenti il corpo centrale della diga foranea di dimensioni 40x28x25 m.
"Tengo a sottolineare - dichiara il presidente dell'AdSP Pino Musolino - che stiamo rispettando tutti i tempi programmati per realizzare opere che doteranno il porto di Civitavecchia di infrastrutture adeguate e compatibili per il rilancio del settore portuale, con un occhio sempre attento alla transizione ecologica, alla sostenibilità e all'impatto ambientale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.