Il fondatore ed editore della rivista pornografica Hustler ha comprato un'intera pagina di pubblicità sull'edizione della domenica del Washington Post per lanciare l'appello. Ci aveva già provato nel 1998, nel mezzo dello scandalo che aveva coinvolto Bill Clinton
Dieci milioni di dollari a chi abbia prove in grado di incriminare e far cadere Donald Trump dalla presidenza degli Stati Uniti. La “proposta indecente” arriva da Larry Flynt, fondatore ed editore della rivista pornografica Hustler. Che, per non rischiare di passare inosservato, si è premurato di comprare un’intera pagina di pubblicità sull’edizione della domenica del Washington Post.
Nella paginata acquistata Flynt spiega le ragioni per cui Trump andrebbe “rimosso dall’ufficio”. L’editore accusa il presidente Usa, tra le altre cose, di portare avanti una “politica interna ed estera compromettente” a causa del suo “enorme impero d’affari in conflitto d’interessi”, di dire “centinaia di bugie” e di “chiamare incompetenti a ricoprire alte cariche”. Per queste e altre ragioni Flynt è in cerca della “pistola fumante” in grado di incastrare il numero uno della Casa Bianca. Dietro lauta ricompensa. Flynt stesso suggerisce qualche strada: “Ha avuto qualche qui pro quo con i russi? C’è qualcosa di nascosto nella sua dichiarazione dei redditi? – è scritto nella pubblicità – Tutto deve venire a galla”. In calce, sono indicati un numero verde e un indirizzo mail.
L’editore non è nuovo a queste trovate. Ci aveva già provato nel 1998, nel mezzo dello scandalo sessuale che aveva coinvolto l’allora presidente Usa Bill Clinton, quando Flynt promise un milione di dollari a chi gli avesse fornito materiale “hot” in grado di incastrare politici repubblicani. Le informazioni emerse avevano portato alle dimissioni del portavoce della Camera, Bob Livingston.