Società

Se con i nostri vizi cresce l’economia

Quando ragiono sul mondo che vedo, concludo sempre più spesso che siamo ormai inadeguati. Il nostro cervello non riesce a dare un ordine a fatti e conseguenze, anche perché spesso le conseguenze contraddicono i fatti. Prendiamo ad esempio il caso di Gomorra.

Tutti ricordano l’eco mondiale che ebbe nel 2006 il libro di Roberto Saviano. Un giovane che si alza e sfida da solo la criminalità organizzata tra le più spietate del mondo. Una cosa magnifica, un esempio fantastico. Ma dopo 12 anni che è successo? Di Gomorra è stato fatto un film con lunga lista di premi. Poi una fiction ancora più di successo, addirittura “la migliore serie italiana” secondo il New York Times. Quelle storie al posto di indignare sono diventate dei cult, i giovani di Scampia e nei sobborghi di Napoli li imitano e vanno a sparare a sangue freddo peggio di prima. E gli attori che interpretano spietati criminali sono diventati divi e vanno nelle discoteche.

Ma un consunto si può fare? Si può domandare se alla fine sono più i giovani ispirati dal coraggio di un Saviano o quelli sedotti dalle storie criminali sdoganate dalle fiction? Non è paradossale doversi porre questa domanda? Ciò che non ha fatto la camorra lo hanno fatto i media, cioè neutralizzare il messaggio, anzi di più: rendere più seducenti gli atti criminali agli occhi del pubblico. Ma questo è solo un esempio tra i tanti.

E allora io che non sono nessuno, mi chiedo: quando gli intellettuali, se ancora esistono, dichiareranno una buona volta questa banale verità? Ovvero che il Male, tutto ciò che è degrado per l’uomo è una formidabile e indispensabile e inesauribile fonte di reddito per tutta la società. Che la nostra economia regge sui nostri vizi e peggiori istinti che quindi devono proliferare. Che sulle fiction Gomorra per stare sull’esempio, hanno guadagnato migliaia di persone e ci vendono gli spot sulla pelle dei morti ammazzati veri. Che la bontà, la solidarietà, in una parola l’Umanità è antieconomica, non produce ricchezza, ma è giusto invocarla come un altarino per lavarsi la coscienza, o mentire anche sull’evidenza, o come bandiera delle varie chiese che predicano bene da millenni ma poi non alzano un dito anche di fronte ai peggiori scandali. Ecco quella sarebbe almeno una ventata di onesta lettura del quadro attuale!

A quel punto capiremmo che, se è vero che l’umanità è disgraziata sin dall’origine dei tempi, oggi però i media, i telegiornali, la filmografia per non parlare della pubblicità (salvo irrilevanti eccezioni e qualche comico di talento che ci strappa un sorriso) scelgono volontariamente di sponsorizzare il nostro lato deteriore, sono una grancassa dei nostri comportamenti più degradanti, e così pessimi esempi che diventano modelli dominanti, con una potenza che non si era mai vista.

Che contraltare c’è più? Che alternativa hanno i ragazzi che volessero concepire la vita in modo diverso da una corsa cieca all’accumulo di denaro? Io che sono uomo del secolo scorso, resto convinto che l’economia temperata dalla Cultura sia la soluzione – ma Cultura Vera come conoscenza approfondita di se stessi e della storia, esperienza fatte di sudore e attese – possano rendere più vivibile la convivenza e più degna la condizione umana. Vedremo dei miglioramenti quando rimetteremo al centro l’uomo e le sue necessità vere, e oltre che di economica torneremo a discutere di filosofia, prima di prendere delle decisioni.

In collaborazione con Alox Media