Osservare un giornalista di Rainews 24 che delinea, con una bella mappa, le nazioni che hanno iniziato a prendere (con differenti intensità) posizioni di destra nazionalista è spassoso. Si va dall’Ungheria, bollata come ultra nazionalista che odia tutti dai migranti a Soros, alla recente votazione in Austria, che ha di fatto consolidato una posizione politica di centrodestra. A guardare bene la mappa si vede come Germania, Ungheria, Austria, Polonia (grossomodo una buona porzione dell’allora Impero austroungarico precedente alla prima guerra mondiale) siano di fatto posizionate sul fronte centrodestra.
Tutti i giornali politicamente corretti hanno cominciato a gridare – impazziti – sulla supposta avanzata delle destre estremiste (xenofobe si intende). Ora, tralasciando le derive politically correct, mi viene da domandarmi perché ci sia stata questa crescita più o meno manifesta di una posizione di centrodestra. A mio avviso le ragioni sono più d’una.
1. Il fallimento delle politiche eurocentriche
Ad osservare i dati sulla crescita economica delle singole nazioni (escludendo la Germania) si nota come la stragrande maggioranza delle nazioni europee nell’ultimo decennio hanno avuto una crescita estremamente moderata o stagnante.
Osservando questa mappa si può osservare che la vecchia Unione appare divisa tra nazioni con crescita di occupazione (Germania, est Europa, UK) e nazioni la cui crescita (salvo alcune aree di ricchezza come la Lombardia) è molto lenta.
C’è da aggiungere, come riporta il Cepr, anche le analisi di crescita dell’occupazione “miracolosa” della Germania hanno una serie di calcoli molto creativi (se fossero analisi finanziarie si chiamerebbe “finanza creativa”).
È quindi plausibile che una crescita economica (e soprattutto occupazionale) non particolarmente positiva stia mettendo a dura prova le politiche dei partiti democratici (o di sinistra) che hanno spesso dimostrato un amore incommensurabile verso le politiche eurocentriche.
2. Il razzismo multiculturale
La Germania, tra tutte le nazioni del nord, si è sempre professata multiculturale, aperta ad ogni razza e religione e pronta ad aiutare, di fatto, tutti. Una posizione altruista che, tuttavia, ha trovato una serie di risposte, nella popolazione tedesca, piuttosto interessanti.
Già nel 2010 Angela Merkel dichiarava apertamente (qui trovate il video di Russian Television) che il multiculturalismo era fallito. Il multiculturalismo era la miglior soluzione semantica grazie alla quale la Germania aveva assorbito milioni di migranti.
Nel tempo tuttavia l’approccio della popolazione tedesca, i cittadini che vivono nelle campagne e nelle aree suburbane, ha cominciato a mutare, tornando a quelle posizioni di timida intolleranza (chiamarlo razzismo in Germania sarebbe una bestemmia) nei confronti dello straniero. La vittoria della Afd in Germania, con un buon 13%, ha sancito che la timida intolleranza non è più così timida.
3. La tragedia demografica
L’Unione Europea si sta restringendo. Un semplice sguardo alle statistiche di Eurostat conferma che la maggioranza degli Stati europei sono in decrescita. Un apporto positivo arriva dai flussi migratori che, in termini anagrafici, appaiono supportare la crescita.
Tra le nazioni europee l’unica che dimostra (al netto delle migrazioni) una crescita nelle nascite è la Francia. Da un lato grazie ad una politica di supporto alle famiglie, dall’altro non si dimentichi che al netto delle migrazioni recenti, la Francia ha una popolazione composta di una discreta percentuale di cittadini delle ex colonie, che tendono ad avere una visione della famiglia allargata.
Quanto la demografia può influire sulla scelta del voto? Già nel 2015 il Conversation riportava una semplice analisi sul tema Età e Razzismo: in pratica più si invecchia più si tende a prediligere una continuità e uno scenario dove vi sia meno rischio. Tradotto nel mondo politico questo significa che una popolazione che invecchia avrà maggior interesse a votare politici che promettono una sorta di protezione, e votando grandi cambiamenti (tra cui si può inserire anche il concetto di migranti con tutti gli sforzi economici e sociali necessari per integrarli nella società civile).
Cosa sceglieranno gli italiani? Una politica protettiva e di destra (assimilabile alle posizioni del neoeletto leader austriaco) o la democratica sicurezza del Pd?