Dai 3,3 miliardi del 2016 ai 4,3 di quest’anno. Mentre nel 2018 le spese per l’accoglienza dei migranti in Italia saliranno a 4,7-5 miliardi. A riportare la stima è il Documento programmatico di bilancio con le linee guida della manovra per il prossimo triennio che il governo ha inviato a Bruxelles lunedì sera. La cifra è in ulteriore aumento, si legge nel documento del Tesoro, perché “nonostante il rallentamento dei flussi le presenze nelle strutture vedono un andamento crescente, dalle 176mila unità a fine 2016 a oltre 193mila a settembre 2017″. La maggior parte dei rifugiati “è ospitata in strutture provvisorie, poiché i servizi convenzionali a livello centrale e locale hanno capienza limitata”, ricorda il documento. Dal grafico riportato nel capitolo risulta che quasi 157mila sono appunto in strutture temporanee, 12.103 nei Cara e centri accoglienza per richiedenti asilo, 23mila nel sistema Sprar.
Il contenimento degli sbarchi, che “nel terzo trimestre 2017 sono diminuiti del 65 per cento rispetto a quelli dello stesso periodo 2016”, viene legato all’attivazione di diversi hotspot per l’identificazione (in collaborazione con i funzionari di Easo, Frontex ed Europol), al codice di condotta per le organizzazioni non governative e all’affiancamento delle navi italiane a quelle della guardia costiera libica.
Ma “non si riflette in una proporzionale riduzione della permanenza di persone con necessità di accoglienza, anche per i limitati esiti dei piani Ue di ricollocamento“, prosegue il Dpb. Che rivendica come “in attesa che si concretizzi una politica europea comune, l’Italia continuerà quindi a sostenere un onere di oltre lo 0,25 per cento del Pil per la gestione della frontiera esterna dell’Unione”. Complessivamente dal 2014, primo anno dell’emergenza, “sono state salvate in mare oltre 600mila persone grazie all’impegno italiano”. Molte “sono minori non accompagnati e il numero dei richiedenti asilo è in crescita”.
Il Dpb ricorda anche che i dati definitivi sulla base dei quali Bruxelles verificherà che i costi effettivamente sostenuti siano in linea con la flessibilità concessa dalla Commissione per questi anni saranno disponibili a inizio 2018.