Elena Marsico, nata a Torino 60 anni fa, dopo avere lavorato in una cooperativa per ragazzi con disabilità mentali, ha deciso di ricominciare rimettendosi in proprio. E nel suo studio realizza opere di carta e colla: vasi, sculture, pezzi di artigianato. "Non è semplice, perché ogni giorno devo inventarmi una cosa nuova". Ma le soddisfazioni sono tante
Nella vita di Elena Marsico, nata a Torino 60 anni fa, c’è una costante: la creatività. La creatività come modo di guardare alla vita e quindi di lavorare. “Io tutti i giorni disegno, ritaglio, assemblo pezzi, coloro”, racconta. Il risultato di questo incessante collage si chiama CartaPazza, progetto che ospita tutte le sue creazioni: “Tutto è iniziato con un libro sulla cartapesta – ricorda -, ma non avrei mai pensato che quella passione potesse trasformarsi in un lavoro”. L’arte, in tutte le sue forme, ha sempre accompagnato la sua vita: “A 12 anni mi hanno messo in mano una chitarra e io l’ho studiata in Conservatorio con impegno e disciplina – ricorda -, salvo accorgermi dopo qualche anno che quello non era il mio strumento”.
Finito il diploma decide così di intraprendere una nuova strada: “Ho scelto di usare le mie mani per fare altre cose – spiega – e anche se a scuola mi avevano sempre detto che non ero portata per il disegno e i colori, mi sono comunque avvicinata a questo mondo”. Con il passare del tempo il timore iniziale ha lasciato il posto a una maggiore fiducia nelle sue capacità: “Prima mi sono dedicata alla tessitura d’arazzi, poi sono passata alla pittura su tavola, fino a quando non ho scoperto la carta e le sue mille sfaccettature”, sottolinea. A quei tempi, però, l’arte era ancora un diversivo: “I primi anni ho lavorato come insegnante di musica in una scuola media e intanto mi preparavo per sostenere il concorso”, ricorda.
Ma dopo un incontro casuale, Elena capisce di poter trasformare la sua passione in un lavoro vero e proprio: “Un giorno, mentre passeggiavo a Torino, mi sono imbattuta in una cooperativa sociale che si prendeva cura di ragazzi con disabilità mentali e ho sentito subito che quello era il posto giusto per me”, ricorda. Nonostante le difficoltà, Elena è riuscita a trovare il suo equilibrio: “Tutta la sofferenza che ho visto ha cambiato la mia vita e mi ha reso una persona diversa, ma anche in questo caso la creatività è stata il salvagente che mi ha spinto a non mollare”, ammette. E oggi come ieri, l’obiettivo è quello di condividere il potere salvifico dell’arte con gli altri: “Nel laboratorio mettevo davanti ai ragazzi la carta e la colla, lasciandoli liberi di giocare e sperimentare – spiega -, è stata la cosa che mi ha gratificato di più in assoluto”. Ma tre anni fa le cose sono cambiate: “Non c’erano più le condizioni per proseguire con il mio lavoro, così ho deciso di mettermi in proprio”, spiega.
All’inizio non è stato facile: “Mi sono ritrovata disoccupata a 57 anni e senza nessuna qualifica specifica – ricorda -, ma poi mi sono rimboccata le maniche e le cose hanno cominciato a girare”. Elena ha trovato lo studio in cui oggi realizza le sue opere di carta e colla: vasi, sculture, pezzi di artigianato. “Oltre a questi lavori, organizzo corsi nel mio laboratorio e mi sposto spesso per partecipare ai mercatini – racconta -, non è semplice, perché ogni giorno devo inventarmi una cosa nuova”. Una strada tutta da costruire, che però le sta regalando tante soddisfazioni: “È un lavoro che mi mette a contatto con la gente e questo ripaga ogni fatica”, spiega.
Il segreto è tenere duro: “Bisogna avere tenacia, perché gli sforzi vengono sempre premiati – sottolinea – e poi è necessario coltivare molte idee”. E a quanti nutrono ancora qualche dubbio sul potere della creatività, Elena lancia un messaggio ben chiaro: “L’atto creativo salva – conclude -, tutto quello che sembra uguale in realtà è sempre diverso”.