Tutti sapevano tutto, la mozione contro Ignazio Visco era concordata col governo, ma se il governatore dovesse essere riconfermato al vertice di via Nazionale non sarebbe certo una sconfitta per il Pd. E il caso Banca Etruria? Sarà la commissione parlamentare sulle banche ad occuparsene e potrebbe riservare qualche sorpresina. Per la terza volta in due giorni Matteo Renzi torna a parlare di Bankitalia e non modifica di una virgola la posizione tenuta finora: si difende lanciando attacchi in serie. E stavolta sollecita la reazione persino di Romano Prodi. “Qualcuno ha parlato di ingerenza, vada a vedere cosa disse Prodi nel 2005 o cosa chiedevano i leader dell’opposizione nel 2011″, dice il segretario del Pd collegato con Otto e Mezzo da Vasto, dove si è fermato il treno che lo sta portando in giro per l’Italia.
L’ex presidente del consiglio risponde quasi in diretta dichiarando alle agenzie: “Vedo maldestri tentativi di ricercare precedenti alla improvvida mozione presentata dal Pd sul governatore della Banca d’Italia e che si propone un parallelismo con una mia presa di posizione del 2005. Il mio intervento di allora mirava ad accelerare la approvazione della Legge sul risparmio che conteneva il giusto passaggio della carica di Governatore da carica a vita a carica con una scadenza di mandato e che assegnava alla Consob il compito di vigilare sulla concorrenza anche nel sistema bancario. E’ del tutto evidente che parliamo di obiettivi e modalità completamente diverse“.
Parallelismi con Prodi a parte, quella di Renzi è un’autodifesa punto su punto. Primo: quella mozione su Visco non è stata presentata all’insaputa di Paolo Gentiloni, con la sola Maria Elena Boschi a conoscenza delle intenzioni parlamentari del Pd a Palazzo Chigi, come hanno ipotizzato i giornali. “Il presidente del Consiglio mi ha telefonato per dirmi che secondo lui la mozione aveva dei punti da cambiare. Poi è normale che il leader del primo partito venisse incontro al governo. Nessuno ha messo in discussione i poteri del governo”, ha ripetuto Renzi mentre sulla Boschi ha gioco facile a dichiarare: “Se vuole, spiegherà il governo, come mi pare abbia già fatto“. Nel pomeriggio, infatti, Palazzo Chigi ha fatto sapere come “la sottosegretaria Maria Elena Boschi goda della piena fiducia”. E se Visco dovesse essere riconfermato alla guida di Palazzo Koch? “Non sarebbe una sconfitta per il Pd – sottolinea il segretario – Io non ho posto un tema legato a un nome e cognome, ma abbiamo detto che la vigilanza non è stata un granché in questi anni”.
Renzi, poi, parla del clamore mediatico sollevato dalla vicenda. “Mi sono chiesto anch’io il perché di questo putiferio. La politica discute ragiona. Che cosa ho toccato? Io ho due mutui. Questa è l’unico rapporto con le banche. Non so se sono poteri forti o deboli, ma sto con i risparmiatori”. Quindi ha rilanciato l’immagine del Pd che non ha “ nessuno scheletro nell’armadio. Tra galateo istituzionale e tutela dei risparmiatori, io sto dalla parte dei risparmiatori. Siamo i primi a essere interessati al fatto che la Commissione sulle banche lavori e faccia chiarezza. Il Pd non ha diritto a dire la sua e dire che la Vigilanza non è stata granchè? Il sistema delle banche non è stato granchè, non possiamo negarlo. Poi il governo prenderà la sua decisione”. E il caso Banca Etruria? “Andava avanti da anni, non solo negli ultimi mesi. E mi aspetto che la Commissione sulle banche ci riserverà qualche sorpresina“. Come dire le colpe vanno ricercate indietro nel tempo.