“La vicenda di Visco e di Bankitalia? Rischia di essere un boomerang. D’altra parte, stiamo parlando di Renzi e non di Churchill”. Esordisce così a Otto e Mezzo (La7) l’analisi che il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, fa della mozione del Pd sulla governance di Bankitalia. E continua: “Renzi ha commesto tanti errori al punto tale che, ogni volta ha costretto il Paese a decidere per lui o contro di lui, ha praticamente sempre perso. Vedi il referendum del 4 dicembre. La vicenda Bankitalia è molto triste, ma ha anche connotazioni tragicomiche. Per esempio, ieri mattina, quando i vertici dem per la mozione hanno cercato in Aula qualcuno disponibile a parlare e a esporsi in prima persona, c’è stata una sorta di fuggi-fuggi e alla fine ha parlato il povero Sanga, che nessuno aveva mai sentito nominare prima di allora e che è stato l’unico che ci ha messo la faccia per parlare contro Visco”. Scanzi aggiunge: “Stamattina il deputato Pd, Marco Miccoli, sul suo profilo Facebook ha chiesto scusa “per aver votato una schifezza”. E ha aggiunto che non aveva neppure letto la mozione e che si era fidato del partito. Abbiamo questi parlamentari nel Pd e, in generale, dentro la Camera e il Senato. Ricordiamo che è la seconda volta che Renzi applica una forzatura evidente delle regole in pochi giorni. Lo ha fatto applicando la fiducia al Rosatellum, lo fa adesso. E’ un modo così irrituale che persino un osservatore neutrale e stimato come Ferruccio De Bortoli” – prosegue – “ha detto che questa idea di Renzi ha qualcosa di inquietante e di eversivo. Peraltro, la mozione è firmata da Silvia Fregolent, guarda caso una delle deputate più vicine a Maria Elena Boschi. Io trovo che questa sia una manovra elettorale per cercare di cavalcare il populismo, un alibi che farà comodo alla campagna elettorale di Renzi. Ieri lui è partito col suo trenino Big Jim e con il suo fido Richetti. Quindi, ogni volta che lo accuseranno di essere ‘quello delle banche’, lui risponderà che è tutta colpa di Visco”. La firma del Fatto poi osserva: “Il vero problema è legato alla credibilità. Se tu, Renzi, critichi Visco e Bankitalia, ed è legittimo, devi essere credibile. Renzi e il Pd a matrice renziana sono credibili quando attaccano la gestione delle banche, se sono quelli in parte travolti dallo scandalo Banca Etruria e hanno affidato una Commissione tardiva sulle banche a Casini, che neanche la voleva? Ed è credibile Renzi quando aveva tra i consulenti a palazzo Chigi il pm di Arezzo, Roberto Rossi, che è lo stesso che indagava Banca Etruria?”. Scanzi infine cita Massimo Cacciari e chiosa: “C’è una grande differenza tra Berlusconi e Renzi, che sono due persone che si somigliano tantissimo. Berlusconi è bravissimo a federare, Renzi invece è uno che divide, che spariglia, che neanche ‘divide et impera’, divide e basta. Quindi, con la mozione si è inimicato Veltroni, Gentiloni e Mattarella”