Con una pistola ad acqua sparò della soda caustica contro il primario di cardiologia dell’ospedale di Baggiovara, Stefano Tondi. Per questo un tecnico dell’Ausl di Sassuolo – Daniele Albicini, 60 anni – è stato condannato a 8 anni dal tribunale di Modena, dopo un processo celebrato con il rito abbreviato. L’aggressione avvenne davanti all’abitazione del medico, a Vignola, il 10 novembre 2016: Albicini – secondo gli atti dell’inchiesta – centrò gli occhi del primario. Nel corso dell’aggressione rimase ferito anche il figlio di Tondi, 19enne. Il giudice Barbara Malavasi ha stabilito anche una provvisionale di 90mila euro per Tondi, 5mila per il figlio e 15mila per l’Azienda ospedaliero Universitaria del Policlinico in provincia di Modena. La Procura (in aula c’era il capo Lucia Musti che ha condotto le indagini con il pm Enrico Stefani) aveva chiesto una pena di 8 anni e 8 mesi per lesioni gravissime.
Il movente di Albicini – com’è emerso nell’inchiesta condotta dai carabinieri del reparto operativo di Modena guidato dal colonnello Domenico Cristaldi – è stata la relazione che l’ex compagna del tecnico aveva iniziato proprio con Tondi. Una tesi più semplice della pista battuta immediatamente e che riguardava il fatto che Tondi era testimone in un processo per corruzione.
Finito agli arresti domiciliari, dopo essere stato portato in carcere in un primo momento, Albicini è tornato dietro alle sbarre l’estate scorsa per aver inviato alla donna – dai domiciliari – un libro di Fabio Volo (È una vita che ti aspetto). Ad incastrare il 60enne la prova del Dna: i carabinieri erano riusciti ad isolare delle tracce dal bastone che l’uomo si era portato dietro la sera dell’aggressione, raffrontandole poi a quelle rilevate dalle tazzine e dai bicchieri utilizzati sempre da Albicini nella mensa al lavoro. Inoltre la sua vettura era stata fotografata da un autovelox dopo aver spruzzato la soda caustica.